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CASTEL D'ARIO

CASTEL D'ARIO
Paese dalla storia antica, ma dal nome recente (1867) deve la sua notorietà al suo più illustre cittadini, il pilota Tazio Nuvolari. Il comune di Castel d’Ario sorge nella zona centro-orientale della provincia mantovana al confine con i comuni di Villimpenta, Roncoferraro, Bigarello e Sorgà (VR). Noto anche per il  piatto tipico: il risotto alla pilota (da “pile”, risaie) che ha ottenuto la certificazione di piatto De.Co.

CASA NUVOLARI
Tazio Nuvolari è senza dubbio il casteldariese più noto ed è il personaggio che i casteldariesi reclamano come “proprio”, per dare la giusta importanza al paese nel quale Tazio è nato, ha frequentato le scuole elementari, è vissuto per più di vent’anni ed ha trovato moglie. Un cartello all’inizio del paese specifica: “Castel d’Ario paese natale di Tazio Nuvolari”. E sulla strada statale 10, c’è tuttora la casa dove nacque il 16 novembre del 1892.

CASTELLO MEDIEVALE
Il castello è ricco di storia millenaria come attestato dal rinvenimento delle ossa di sette prigionieri (tre membri della famiglia Pico della Mirandola e quattro della famiglia Bonacolsi) morti di fame ad inizio Trecento nel mastio interno, o gli affreschi con gli stemmi scaligeri della seconda metà del Trecento al piano nobile del palazzo pretorio, l’unico edificio recentemente restaurato e utilizzato come luogo di rappresentanza e di spettacoli, oltre che sede della Biblioteca comunale e Sala consigliare. L’imponente ed articolata struttura del castello conserva intatti anche il perimetro delle mura e la mole della torre interna, che da metà Ottocento, data del rinvenimento, è detta Torre della Fame.


CHIESA DELL’ASSUNZIONE
La chiesa parrocchiale sorta al posto di un precedente tempio, è costruita a partire dal 1743. Inaugurata nel 1758 è affiancata da un campanile edificato tra il 1767 e 1773 La chiesa presenta una pianta centrale organizzata attorno al quadrato dell’aula coronato da una volta a crociera. Ai lati si aprono gli archivolti delle quattro cappelle laterali mentre lo spazio del presbiterio è c hiuso da un’abside curvilinea a calotta liscia. La navata è scandita da lesene corinzie e presenta una trabeazione spezzata molto sporgente. La facciata è bipartita: un basamento articolato da lesene prive di ordine, sorregge quattro lesene corinzie con al cento una bucatura disegnata secondo lo schema della serliana. All’interno, nell’abside si trova un coro ligneo della seconda metà del Settecento composto da 21 stalli superiori e 18 inferiori e con cimase lignee recanti ovali dipinti ad olio. Sopra il coro tre tele del 1765 di Gian Domenico Cignaroli raffigurano l’Annunciazione, l’Assunzione al cielo di Maria, la Presentazione al tempio di Gesù. In quest’ultimo dipinto, sull’estrema destra, in abiti settecenteschi, si trova l’autoritratto del pittore. Ai lati dell’ingresso si trovano poi due dipinti dell’inizio del secolo XVIII raffiguranti il re Salomone che adora l’idolo ed Ester davanti ad Assuero. Il bassorilievo della Madonna della Cintura è in terracotta policroma del XVII secolo.  
 
CHIESA DI VILLAGROSSA
Villagrossa, nominata per la prima volta nel 1302 come una delle ville del feudo di Castel d’Ario, comprende oltre alla tenuta omonima quattro poderi con altrettante corti: Pomella, Bosello, Bovaria Bassa, e Cambretti. La chiesa, eretta con decreto datato 3 agosto 1544 per volontà del Cardinale Ercole Gonzaga, Vescovo di Mantova, è consacrata il 3 agosto 1579 dal Vescovo Marco dei Fedeli Gonzaga. Nell’abside entro una nicchia si trova la statua del patrono. Nelle cappella di destra con apparato decorativo della seconda metà del Cinquecento, una tela dello stesso periodo raffigura l’adorazione della Croce con i santi Biagio (il vescovo con ai piedi un angelo che sostiene il pettine per la lana del suo martirio) Francesco con la croce, Antonio da Padova con il giglio, Giuseppe con il bastone fiorito, e le Sante Caterina d’Alessandria e Teresa d’Avila.  

MONUMENTO A TAZIO NUVOLARI
In piazza Garibaldi, dietro al Municipio, c ’è una statua di Tazio Nuvolari con a fianco una Bugatti, opera dello scultore mantovano Andrea Zangani, realizzata nella ricorrenza del 50° anniversario della morte del grande pilota.  

PALAZZO MUNICIPALE
Il palazzo, di origine settecentesca, fu la residenza del cancelliere e del governatore trentino. L’edificio con una pianta tardo-barocca opera di Galli Bibiena, è articolato su tre quote: un piano terra in origine affittato ad attività commerciali; un piano primo casa del governatore, del cancelliere e luogo delle Vicinie; un piano sottotetto non abitato. La scala in facciata dà accesso, alla sala ovale, delle assemblee. Esternamente il fabbricato è sormontato dal tiburio ellittico della sala interna. La facciata è composta da un basamento, su cui poggiano le lesene di ordine tuscanico su fondo bugnato, a sostegno di un’articolata trabeazione.


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