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MANTOVA

MANTOVA

Mantova  è un comune italiano di 49 445 abitanti (127 569 in tutta l'area urbana), capoluogo dell'omonima provincia in Lombardia. Dal luglio 2008 la città d'arte lombarda, con Sabbioneta, entrambe accomunate dall'eredità lasciata loro dai Gonzaga che ne hanno fatto due tra i principali centri del Rinascimento italiano ed europeo, è stata inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCONel 2016, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha insignito Mantova del titolo di Capitale italiana della cultura. Nel 2017 Mantova e la sua provincia fanno parte della Regione Europea della Gastronomia-Lombardia Orientale. Mantova sarà Città europea dello Sport per il 2019. Inoltre, secondo quanto riportato nel rapporto di Legambiente "Ecosistema Urbano 2017", la città si è classificata al primo posto nella classifica delle migliori città italiane per qualità dell'ambiente e della vita.

 PALAZZO DUCALE  Il Palazzo Ducale di Mantova è uno dei più vasti e articolati complessi architettonici italiani, in cui dagli inizi del XX secolo ha sede un museo statale.
Residenza della famiglia Gonzaga, che dimora continuativamente al suo interno tra il 1328 e il 1707, il Palazzo si sviluppa, nel corso dei quattro secoli di dominio gonzaghesco su Mantova e il territorio, attraverso continue stratificazioni e aggregazioni.
Nel 1328, quando Luigi Gonzaga conquista il potere sconfiggendo la famiglia rivale, già esistono infatti alcuni degli edifici che faranno parte della Corte Vecchia del Palazzo dei Gonzaga.
Alla decorazione dei suoi ambienti concorrono tanto l’architetto toscano Luca Fancelli,  quanto il pittore Andrea Mantegna, che nella torre di nord-est del Castello dipinge la celeberrima Camera degli Sposi (1465-1474), una delle massime espressioni del Rinascimento padano. Nel Castello vive anche Isabella d’Este, moglie del marchese Francesco II Gonzaga, dove fa arredare e decorare una serie di camerini nei quali colloca il suo studiolo e le sue celeberrime collezioni. Suo figlio Federico II, fruisce invece del genio creativo di Giulio Romano, il pittore e architetto allievo di Raffaello che in Palazzo Ducale, in una zona detta Corte Nuova, costruisce e decora l’Appartamento di Troia.
Solo nella seconda metà del Cinquecento,  i diversi corpi di fabbrica fin qui costruiti in maniera non coordinata vengono finalmente uniti e il complesso di edifici diventa realmente una città-palazzo, le cui parti sono collegate e giuntate da gallerie, portici, piazze monumentali.
Sotto il governo di Guglielmo, il Palazzo si arricchisce di importanti fabbriche: l’Appartamento Grande di Castello,  l’Appartamento Verde in Corte Vecchia.
Gli interventi architettonici promossi dal figlio Vincenzo I, terzo duca di Mantova, si concentrano invece sulla Domus Nova fancelliana, che, profondamente trasformata, diviene l’attuale Appartamento Ducale. 
Sede museale da oltre un secolo, il grandioso complesso architettonico fu, tra il 1328 e il 1707, residenza dei Gonzaga che nel tempo, ai più antichi edifici prospettanti su Piazza Sordello e al Castello di San Giorgio, aggiunsero diversi altri corpi di fabbrica (Domus Nova, Appartamento di Troia, Corte Nuova, una chiesa palatina dedicata a Santa Barbara, giardini e piazze interne), fino a farne quasi una città nella città
 Lungo il percorso museale,  sono inoltre esposti dipinti di grande importanza (tele di Rubens, Fetti, Viani, Bazzani e di altri maestri mantovani), una vasta serie di sculture romane in parte provenienti da Sabbioneta, nonché numerosi affreschi staccati e manufatti in pietra e in terracotta provenienti da edifici demoliti della città.

PALAZZO TE  Palazzo Te a Mantova è uno dei più celebri capolavori dell’architetto Giulio Romano. Palazzo Te fu costruito tra il 1525 e il 1534 su commissione di Federico II Gonzaga in onore dell’amante Isabella Boschetti. Il Palazzo Te era una grandiosa villa suburbana destinata allo svago, alle feste e ai ricevimenti di Corte Gonzaga. Storia La sede principale dei Gonzaga a Mantova era il Palazzo Ducale. Il Palazzo Te, invece, è stato voluto dal duca Federico II Gonzaga come luogo di addestramento dei suoi cavalli. Il Palazzo contiene le murature di un edificio più antico (una scuderia dei Gonzaga) e il progetto fu affidato a Giulio Romano. È un edificio a pianta quadrata, al cui centro si trova un grande cortile quadrato. La forma è quella dell’antica domus romana ove tutti gli ambienti si articolano attorno a un cortile centrale. Le Fruttiere e l’Esedra sono successivo (‘600). All’interno del Palazzo Te sono sicuramente da visitare le camere più note: Sala dei Giganti, affrescata senza soluzione di continuità , la Sala dei cavalli (la più ampia del Palazzo Te, destinata alle feste da ballo), la Camera di Amore e Psiche, destinata ai banchetti. Ma nel palazzo sono presenti molte sale e camere, ognuna con un tema particolare. 

BASILICA DI SANT ANDREA  Tutto ebbe origine nel 33 d.C. quando sul monte Golgota, un soldato romano raccolse il sangue sgorgato dalla ferita del costato di quell’uomo che chiamavano “figlio di Dio”. Le poche gocce cadute sulla sabbia vennero rinchiuse in una scatola di metallo e portate fino a Mantova. La basilica di Sant’Andrea, progettata da Leon Battista Alberti, sorge su altre due chiese costruite precedentemente in onore del santo che fece ritrovare la reliquia del Santo Sangue. Venne edificata in tre secoli è terminata nel 1772 e conserva la più grande reliquia della Cristianità: i Sacri Vasi contenenti il sangue di Gesù. La chiesa, a croce Latina, è la più grande della città. All’interno della basilica, nella prima cappella a sinistra, è la tomba del magnifico pittore Andrea Mantegna, morto a Mantova nel 1506. La cupola svettante verso il cielo è stata progettata e costruita da Filippo Juvara nel XVIII secolo. Le perfette proporzioni – imponenti ma equilibrate – della basilica si devono all’applicazione da parte dell’architetto Leon Battista Alberti, della “Sezione Aurea” che riporta tutti gli elementi in uno schema preciso di proporzione “naturale”.

ROTONDA DI SAN LORENZO  E' la chiesa più antica della città, fondata tra la fine del XI secolo e l'inizio del XII, probabilmente per volere di Matilde di Canossa.
Ispirata alla Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme e dedicata a San Lorenzo (martire romano del III secolo), la rotonda è a pianta centrale, con soprastante matroneo. Un deambulatorio precede e circonda la navata, caratterizzata da otto colonne e un piccolo abside.
E' costruita in cotto, ma osserva due colonne di marmo, alcune formelle e pilastrini in pietra di epoca precedente provenienti da edifici scomparsi.
 Originariamente era completamente affrescata, ora rimangono molti lacerti.
Nel 1579 la chiesa fu chiusa al culto per volere di Guglielmo Gonzaga e per oltre trecento anni, alterata e coperta da superfetazioni murarie, fu adibita ad abitazioni e negozi.
Essendo caduta la cupola, la navata veniva usata come cortile.“Ritrovata” nel 1906, fu liberata dalle parti architettoniche non pertinenti, restaurata e riaperta al culto.
E' chiesa sussidiaria della Parrocchia di Sant'Andrea, e da questa affidata alla Fraternità Domenicana dal 1926.
Viene conservata, tutelata e aperta al pubblico dall'Associazione per i Monumenti Domenicani.

CASTELLO DI SAN GIORGIO  Costruito a partire dal 1395 e concluso nel 1406 su committenza di Francesco I Gonzaga e su progetto di Bartolino da Novara, è un edificio  volto a difesa della città. L’architetto Luca Fancelli, nel 1459 ristrutturò il castello che perse definitivamente la sua primitiva funzione militare e difensiva. La Camera Picta (Camera degli Sposi), meravigliosa stanza Castello di San Giorgio, è opera di Andrea Mantegna. Il Mantegna l’ha realizzata nell’arco di nove anni, dal 1465  e riadatta lo spazio angusto della stanza cubica con volte su lunette in un susseguirsi di realtà e finzione. Gli affreschi sono stati realizzati sia a secco sia a fresco. Due sono le scene dipinte raffiguranti componenti della famiglia Gonzaga, la “Scena dell’Incontro” e la “Scena della Corte“. Con esse Mantegna rende omaggio ai mecenati che tante committenze gli hanno procurato.

TEATRO BIBIENA
Costruito tra il 1767 e il 1769, il teatro fu progettato dal parmense Antonio Galli Bibiena su commissione del rettore dell'Accademia dei Timidi, conte Carlo Ottavio di Colloredo, con la finalità di ospitare principalmente adunanze scientifiche, ma aperto anche a recite e concerti. l'architetto Bibiena adempì in soli due anni all'obbligo che aveva contratto coi Timidi: ideò lo speciale teatro, ne diresse i lavori di fabbrica ed infine, affrescò personalmente gli interni dei numerosi palchetti. La classica facciata fu invece realizzata da Giuseppe Piermarini da cui trae il nome il salone posto al primo piano del teatro.
Lo “scientifico”, finito di tutto punto, il 3 dicembre 1769 poteva essere ufficialmente inaugurato. Poco più di un mese dopo l'inaugurazione, il 16 gennaio 1770 il giovinetto Wolfgang Amadeus Mozart, appena quattordicenne, giunto a Mantova durante la sua prima tournée italiana, consacrava l'incipiente vita del teatro “scientifico” tenendovi, insieme al padre Leopold, un memorabile concerto.
Tuttora il teatro viene utilizzato per ospitare rassegne musicali, concerti e convegni di alto livello. 







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