PIACENZA
Piacenza è un comune italiano di 103 095 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia dell'Emilia-Romagna.È soprannominata la Primogenita perché nel 1848 fu la prima città italiana a votare con un plebiscito l'annessione al Regno di Sardegna. Situata sul fiume Po all'estremità nordoccidentale dell'Emilia-Romagna, è collegata alla Lombardia da quattro ponti sul Po. Colonia Romana, poi importante centro medievale, fu da sempre una sosta ideale nel passaggio di principi e pellegrini, crociati e templari, commercianti e artisti che qui lasciarono il segno. Signori voi siete tutti benvenuti e chiunque verrà sarà benvenuto e ben accolto) recita la “Targa del benvegnù” (targa del benvenuto), formella ritrovata nel 1330 e conservata ora presso i Musei Civici di Palazzo Farnese, che testimonia una vocazione all’ospitalità che è parte del suo DNA. Anche se all’apparenza riservata, infatti, la città nasconde un cuore tutto da scoprire. Piacenza val bene una sosta, dunque, e i motivi sono tanti.
PALAZZO GOTICO L'edificio, rimasto incompiuto domina ora lo spazio principale del centro cittadino, piazza Cavalli, con le statue equestri di Ranuccio ed Alessandro Farnese. Il palazzo fu voluto nel 1281 da Alberto Scoto, capo dei mercanti e signore della città e fu progettato da maestranze locali e forse comacine. L’edificio ricorda nell'aspetto i tradizionali palazzi comunali dell'Italia settentrionale, col porticato basso per le adunanze popolari e i solenni finestroni con balconata per dar luce al grande ed unico salone superiore, originariamente creato per le grandi assemblee, ma che nel corso dei secoli fu anche utilizzato come magazzino e successivamente come teatro.
PIAZZA CAVALLI Il baricentro storico e politico della città è la scenografica Piazza dei Cavalli, così detta per i due splendidi monumenti equestri che la impreziosiscono. Un tempo denominata “Piazza Grande”, essa venne aperta negli anni ’80 del XIII secolo in concomitanza con la costruzione del Palazzo Gotico. È collocata in posizione centrale rispetto ai principali assi viari medievali lungo i quali le famiglie dell’aristocrazia mercantile avevano stabilito le loro residenze e insediato le principali attività economiche.
PALAZZO FARNESE La storia di Palazzo Farnese, residenza della dinastia ducale sino all'estinzione dei Farnese nel 1731, inizia nel 1558 quando i duchi Ottavio e Margherita danno inizio alla costruzione del loro palazzo affidandone il progetto a Francesco Paciotto. Costituito da tre piani intervallati da due mezzanini e da un vasto seminterrato, al pianterreno e al primo piano due eleganti logge si affacciano sul cortile interno con nicchie angolari ed esedre. Nell'insieme si apprezzano del Palazzo le ariose volumetrie ben valorizzate dal restauro architettonico. In quanto ai tesori d'arte un tempo custoditi, dopo che, nel 1731, Carlo di Borbone divenuto re di Napoli, portò con sé, nella città partenopea, quadri, mobili, arazzi, il palazzo subì un rapido e inarrestabile declino; venne utilizzato come caserma dagli austriaci, occupato dalle truppe napoleoniche e dopo la seconda guerra mondiale adibito a rifugio per famiglie di sfollati. Solo nel 1965 iniziò la difficile e onerosa opera di recupero. Il complesso vignolesco di Palazzo Farnese ospita ora i Musei Civici con la Pinacoteca, il Museo delle Carrozze, la sezione Archeologica e il Museo del Risorgimento.
PALAZZO DEL GOVERNATORE Il palazzo, progettato dall'arch. Lotario Tomba nel 1787, ospitò gli uffici e l'abitazione dei governatori che si succedettero fino all'annessione del ducato di Piacenza e Parma al Regno di Sardegna. Interessante la decorazione della facciata il calendario perpetuo con meridiana opera di Gian Francesco Barattieri. Tomba riuscì ad inserire, in un contesto molto impegnativo già segnato dalla presenza di Palazzo Gotico. Da notare come, nonostante la lunghezza del fronte, il palazzo del Governatore non metta fuori scala il Gotico proprio per la relativa altezza che il Tomba gli conferì. Le due torrette laterali e il risalto centrale, di altezza equivalente, tolgono monotonia alla facciata nobilitandola con il rinvio a schemi che ritroviamo in numerosi castelli di costruzione contemporanea. Oggi il palazzo ospita gli uffici della Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato, mentre nella galleria interna, costruita attorno alla metà degli anni ’50 del ‘900) sono presenti esercizi commerciali.
PIAZZA SAN'T ANTONIO E' una delle piazze più importanti della città. Nel periodo alto medievale centro della vita civile, religiosa ed economica della città; qui passava il collegamento tra la via Postumia (verso Pavia) e la via Emilia che costituisce anche un tratto della via di pellegrinaggio verso Roma (via Francigena). Tra il 350 e il 375 il primo vescovo di Piacenza Vittore fece edificare il primo nucleo della basilica in zona fuori dalle mura romane. Sulla piazza si erge la Basilica di Sant'Antonino (sec. XI), dedicata al Santo Patrono di Piacenza, di cui conserva le reliquie.
DUOMO DI PIACENZA Iniziato nel 1122 sulle fondamenta della preesistente cattedrale di S.Giustina, fu terminato nel 1233. La facciata è divisa in due contrafforti, in marmo rosa nella parte inferiore e in arenaria nella parte superiore. I tre ingressi sono sormontati da piccoli portici a due colonne. Capolavori di arte romanica sono le figure che reggono i protiri, prodotto di una scuola cantiere piacentina che segue i modelli di Wiligelmo e Nicolò. La devozione popolare, agli inizi del Seicento, ha dedicato una particolare attenzione alla Madonna del Popolo nella omonima cappella; sul lato opposto si trova la tomba del Beato Giovanni Battista Scalabrini . Sulla punta della guglia conica, nel 1341, il capomastro piacentino Pietro Vago installò un angelo rotante di rame dorato. La statua é uno dei simboli della città, affettuosamente chiamata dai piacentini "L'Angil dal Dom". Particolare la gabbia in ferro, collocata su un lato del campanile nel 1495 per ordine di Lodovico il Moro, più che altro come monito ai malfattori.
CHIESA DI SAN SISTO La chiesa ha origini medievali: venne fondata nell'874 dalla regina Angilberga, moglie dell'imperatore Lodovico il Pio, che vi affiancò un monastero di benedettine, di cui divenne badessa nell’882. Sull’originario complesso medievale fu edificata l’attuale chiesa che risale al primo decennio del secolo XVI. La facciata è a tre ordini sul ricco portale principale è collocata la statua di San Sisto. All’interno la chiesa si presenta a tre navate a croce latina al cui centro sorge una cupola mascherata all’esterno dal tiburio. La cupola al centro del transetto d’ingresso fu affrescata da Bernardino Zacchetti. Le due absidi al termine del transetto principale ospitano il monumento funebre a Margherita d’Austria e la cappella monumentale di Santa Barbara. Il transetto principale è affrescato con un motivo a finti cassettoni. Per questa chiesa Raffaello dipinse la "Madonna Sistina", che i benedettini vendettero nel 1754 ad Augusto III re di Polonia ed è ora esposta alla Gemäldegalerie di Dresda; l’originale è sostituito da una copia ad opera del pittore piacentino P.A. Avanzini (1656-1733).