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MORDANO

MORDANO

Mordano è il comune più orientale della cintura metropolitana, situato presso la riva sinistra del Santerno e confinante con la provincia ravennate. Immerso nella pianura a nord-est di Imola, aderisce al Nuovo Circondario Imolese, e di fatto usi, costumi e cadenza linguistica sono marcatamente romagnoli. I nuclei principali di Mordano(3.400 abitanti) e Bubano (1.300 abitanti) sono collegate anche da una pista ciclabile. Il suo nome deriva da Moretum, luogo per la coltivazione dei gelsi. Le origini del paese risalgono al periodo Villanoviano, ma è solo in seguito alla bonifica della pianura padana attuata dai Romani ( II sec. a. C) che il territorio assume valenza storica, definito da una centuriazione di 42 maglie centuriali, di cui l’ottanta per cento e’ rimasta integra, snodo del tessuto viario e di scolo delle acque. Assogettato nel 1152 dai bolognesi, fu feudo dei Della Bordella, conti di Mordano per nomina papale e fu oggetto nei secoli seguenti di aspre contese con la vicina Imola, passando per i Manfredi di Faenza, Caterina Sforza e Cesare Borgia, entrando nel primo ‘500 sotto lo Stato della Chiesa. Cittadino illustre di Bubano è lo scrittore-giallista Carlo Lucarelli,  numero uno del noir italiano..

TORRI DI MORDANO Due torri gemelle fanno ala all’ingresso dell’antico nucleo fortificato di Mordano. Le torri furono innalzate tra gli anni 1831-1833 su progetto dell’ingegnere Giovanni Brusi, riecheggiando le torri dell’Arsenale di Venezia. Come era di moda in quell’epoca, la costruzione, che sostituì l’antica porta d’accesso, presenta forti richiami medievaleggianti ed è ricca di merli.

TEATRO COMUNALE Il piccolo Teatro Comunale di Mordano nacque verso fine Ottocento, posto al primo piano di un vecchio edificio adiacente all’ex residenza municipale, utilizzato in parte come sede di una scuola femminile o affittato a società di ballo durante il Carnevale. In seguito, un documento risalente al 1893 attesta l’esistenza di una compagnia di attori filodrammatici mordanesi, che probabilmente avevano in gestione l’uso esclusivo del teatro. La sala ha mantenuto in gran parte l’aspetto originale, caratterizzato dalla balconata in legno con la ringhiera in ferro battuto, mentre il palcoscenico ravvicinato e il semplice boccascena, incorniciati dalle quinte in tessuto nero e dalle classiche poltroncine rosse, rendono l’atmosfera intima e accogliente. Sottoposto ad un’accurata opera di ripristino nei primi anni ’80, l’inaugurazione del nuovo teatro stabile è avvenuta il 16 marzo 1985 con lo spettacolo “Gran Suppli” con l’attore-regista Franco Mescolini. Da allora il cartellone registra una continua attività di spettacoli di prosa, teatro dialettale, concerti e serate danzanti.

CHIESA DI S. EUSTACHIO La chiesa parrocchiale, dedicata a Sant’Eustachio, risale al XIV secolo, ma venne rifatta alla fine del ‘700, mentre il campanile è della metà del ‘600. Distrutta dagli eventi bellici dell’ultimo secolo, la chiesa è stata ricostruita a tre navate. Sull’altare maggiore spicca un l affresco con la Madonna ed il Bambino, (XVI secolo), mentre a lato della cappella maggiore è degno di nota un piccolo tabernacolo in marmo, col Cristo morto (XV secolo). Fra le altre opere ricordiamo un quadro coi Santi Eustacchio, Sebastiano e Rocco, opera dello Zampa; tre statue scolpite dai fratelli Graziani di Faenza e un San Giuseppe ligneo del Perathoner. Nel battistero si può vedere uno stemma di Mordano con il drago e la freccia, datato all’anno 1567: prima di allora, infatti, nello stemma campeggiava un gelso, a sottolineare la derivazione del toponimo Moretanum (moro, gelso)

IL TORRIONE DI BUBANO La prima rocchetta di Bubano, risalente alla fine del 1200, fu presa ripetutamente d’assalto e divenne inaccessibile già due secoli dopo. Nel 1493 Caterina Sforza fece ricostruire completamente il castello in luogo del precedente (adibito a scuderia) col titolo di “Castello della Contessa”. Vi soggiornò per alcuni periodi il futuro cognato Lorenzo de’ Medici (Caterina sposò Giovanni de’ Medici, da cui ebbe un figlio che diventò il famoso condottiero Giovanni Dalle Bande Nere). Nel 1494 il re di Francia Carlo VIII scese in Italia col suo esercito diretto a Napoli, ed il castello di Bubano fu assediato per convincere Caterina Sforza ad allearsi con i francesi. La fortezza resistette così strenuamente che le truppe desistettero, ripiegando sulla vicina Mordano. La Rocca di Bubano rimase sotto la proprietà dgli Sforza fino al 1499, quando fu conquistata dal valoroso condottiero Cesare Borgia, detto Il Valentino. In seguito, abbandonata la funzione difensiva, cadde progressivamente in rovina, finendo in gran parte demolita nel 1836. Dopo un’opera di ripristino, sono sopravvissute una piccola parte delle scuderie, un torrioncello spianato senza i classici merli e una parte del maschio. Oggi è sede di un’area museale dedicata alla cultura e alla storia del territorio.

CHIESA DI BUBANO Dedicata alla Natività della Madonna, la chiesa di Bubano fu eretta nel periodo 1838-42, mentre il campanile (40m) elaborato dal Brighenti, fu innalzato tra gli anni 1872-74. Sull’altare maggiore si può ammirare un quadro del pittore Manaresi di Imola raffigurante la Madonna col Bambino e San Eleuterio. Altre opere d’arte si possono osservare nei quattro altari minori. Degna di nota è anche la canonica attigua alla chiesa in quanto ristrutturazione di un torrione appartenente, in epoca rinascimentale, alle scuderie degli Sforza posta di fronte al castello. Altri due torrioni, di tale costruzione, sono tutt’ora visibili al centro del paese. Nelle vicinanze sorge un mulino del Cinquecento, notevole esempio di edificio paleo-industriale.

CANALE DEI MOLINI Il canale dei Molini è l’opera pubblica idraulica più antica ancora in essere nella pianura imolese. Le sue origini risalgono probabile mente al XII secolo, segnalato in un rogito notarile del 1258. Fu realizzato nel Medioevo dai monaci benedettini del monastero di Santa Maria in Regola, utilizzando in parte il tracciato di un precedente canale romano. Il canale artificiale scorre per 42 km, prelevando l’acqua dalla diga di Codrignano per poi ricongiungersi al fiume Santerno poco oltre Bubano. Dismessa l’antica funzione di alimentazione per i mulini, costituisce uno scolmatore delle acque del Santerno e oggi giorno ha funzione irrigua, oltre che alimentare rilevanti impianti di potabilizzazione. La prima chiusa sul fiume fu eretta nel 1852, ma fu spazzata via sette anni dopo da una piena, sostituita da un’altra nel 1860 che ha resistito per novant’anni. A Codrignano è stata costruita la chiusa odierna, datata 1954.

CAPPELLANIA DI SAN FRANCESCO Sorta sulle ceneri dell’antica chiesa dedicata a S. Anastasio, la Cappellania di San Francesco con annesso convento in proprietà ai Benedettini è il piu’ antico luogo di culto del territorio, leggermente decentrata dal centro urbano. Il complesso ospitò per alcuni giorni nel 1177 l’Imperatore Federico Barbarossa, come documentato da bolla attestante i privilegi concessi alla città di Imola. Abbandonato il convento dai monaci forse a causa di un’alluvione nel XIII secolo, la chiesa fu ricostruita nel 1478 ad opera dei frati francescani, che abbandonarono la struttura a metà del Seicento, intimati dalla bolla papale contraria ai piccoli conventi sviluppati fuori dalle mura cittadine.


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