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DOZZA

DOZZA

Il Comune di Dozza (6.634 abitanti) si estende  sul crinale di una collina a sud-ovest di Imola, sovrastando la Val Sellustra, e declinando dolcemente sulla via Emilia, primo comune della Romagna storica.  Fa parte della rete del Nuovo Circondario Imolese, attraversato dal torrente Sillaro che delimita la Romagna occidentale con l’Emilia, comprendente la frazione pianeggiante di Toscanella. L’etimologia di Dozza deriva dall’altomedievale ducia (doccia), per la presenza di invasi e canali per la raccolta d’acqua in epoca antica. Il Borgo medievale  ha conservato inalterato nel corso dei secoli l’originale impianto urbano, dalla caratteristica forma affusolata. Elevato ai piedi dalla maestosa Rocca Sforzesca,  il paese è sviluppato in piena armonia con il resto dell’abitato, che segue il tracciato delle antiche mura. Considerato tra i cento “Borghi piu’ Belli d’Italia”, Dozza è iscritta a pieno titolo all’Associazione Nazionale di Città del Vino, vantando il fiore all’occhiello dell’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna e si trasforma in un autentico museo a cielo aperto durante la Biennale del Muro dipinto, attirando artisti e visitatori nel suo piccolo universo dai contorni fiabeschi.

ROCCA MALVEZZI-CAMPEGGI Attraverso la scenografica porta del Rivellino, percorrendo le strade contragrande e contracina si arriva fin sulla piazza della Rocca, terrazza privilegiata sulla vallata sottostante. L’aspetto attuale  è dovuto al rifacimento operato alla fine del ‘400 sotto il dominio di Caterina Sforza, che alzo’ mura e torrioni difensivi per  trasformarla in fortezza, su progetto dell’Ing. militare fiorentino Marchesi. Nel corso del ‘500 il feudo di Dozza passò sotto le famiglie Malvezzi e Campeggi, che conferirono lo stile signorile rimasto immutato nel tempo, con gli ultimi eredi residenti fino al 1960. Il complesso ha forma esagonale (perimetro di 200 m) ed è caratterizzato sul lato frontale da due torrioni circolari: ai piedi dell’ingresso il Torresino (diametro 16m) , a far da contraltare al torrione dei Bolognesi(diametro 11m). Il fossato, un tempo pieno d’acqua, fa capolino nella parte frontale della rocca, mentre gli altri due bastioni romboidali, risultano fortemente scarpati e saldamente ancorati a terra. Dal transito sul vecchio ponticello mobile, oltrepassando il portone ferrato, si entra nel cortiletto per l’accesso al castello e all’Enoteca Regionale, ricavata nei sotterranei. Il piano nobile (primo piano) corrisponde all’ antica residenza dei Campeggi-Malvezzi: visitabili la sala maggiore con pinacoteca di famiglia, la sala rossa con notevole specchiera dorata del XIX secolo e soffitto a cassettoni, la camera di Pio VII conmobilia del ‘600, la sala d’armi d’epoca  e una piccola cappella;  nei locali di fronte spicca il pozzo a rasoio, antico trabocchetto militare di difesa. Dal cortiletto interno con doppio loggiato, si passa alla base del torrione per visitare le carceri, la fossa dei supplizi e la stanza delle torture. Posta a pianterreno la cucina, con un’ampia esposizione di attrezzi e suppellettili d’epoca. Ai piani superiori  trovano spazio la Pinacoteca del Muro dipinto e le Sale Espositive che ospitano un programma annuale di mostre organizzate dalla Fondazione Dozza Città d’Arte.

CHIESA PREPOSITURALE S.MARIA ASSUNTA IN PISCINA La chiesa prepositurale di Santa Maria Assunta in Piscina, citata per la prima volta nel 1141 ed edificata sui resti (una lunetta scultorea e un capitello romanico) di una primitiva chiesa, si trova davanti al Palazzo Comunale.Eletta a parrocchia, fu sede temporanea del vescovo e del Capitolo della Diocesi di Imola fino al 1188. Nel 1350 fu affidata a un tale Antonio, praepositus dell’Ordine degli Umiliati.Nel 1398 venne concesso il fonte battesimale, costituito da un catino ottagonale in arenaria con i lati scolpiti a bassorilievo. Tra il 1480 e il 1490 la chiesa fu restaurata, arricchita con la costruzione del presbiterio, tra cui contribuì anche Caterina Sforza. Del 1492 è la tela posta nella parete sinistra dipinta da Marco Palmezzano da Forlì, raffigurante una Madonna con bambino tra S. Giovanni Battista e Santa Margherita. Nella canonica adiacente la chiesa è visitabile il Museo Parrocchiale di Arte Sacra don Polo, che custodisce oltre gli arredi sacri, un ricco campionario di dipinti su tela e tavola, disegni, incisioni e stampe antiche.

SANTUARIO DEL CALANCOUbicato sulla via del Calanco, è celebre per la venerata  l’immagine dell’Assunta a mani giunte trasportata da angeli, alcuni in atto di sorreggerla, altri festanti, del XV-XVI secolo. La tradizione racconta che l’immagine della Vergine venne appesa ad un albero da alcuni pastori che l’avevano trovata casualmente e che sotto di essa si fermò uno storpio per riposare. Al suo risveglio era guarito dall’infermità. L’immagine della Madonna si presenta finemente lavorata in una formella ovale di scagliola bianca. Alla fine del ‘700 il governo francese ordinò lo smantellamento di tutto quanto di sacro era sul territorio compresa la Madonna del Calanco che venne però salvata dalla famiglia Toschi che la acquistò con tutti gli arredi sacri. Nel Novecento, il santuario fu restaurato due volte dopo i conflitti bellici e riportato alla forma antica senza altari laterali. Dal 1723 fino ai giorni nostri, il giorno del patrono,  coincidente con la Pentecoste, la Madonna del Calanco viene portata in processione fino a Dozza.

MONTE DEL REInerpicato su un colle a monte del borgo, sorge l’ex complesso conventuale di Monte del Re, noto già fin dal Duecento con la nomea di “Colle del Paradiso” per via dell’ atmosfera mistica e dell’aria salubre della natura circostante. Attorno all’antico convento dei frati minori di Monte del Re sono sorte numerose leggende, legate soprattutto alla figura di San Francesco, che si dice abbia trascorso qui un primo soggiorno attorno al 1213. Un aneddoto vuole che la croce di legno, tuttora infissa nei pressi della chiesa, sia stata piantata proprio dal santo nel 1223, che avrebbe scavato anche  l’antico pozzo al centro di uno dei due chiostri. Il complesso conventuale francescano sopravvisse fino alla soppressione degli Ordini conventuali con l’avvento  napoleonico, per essere acquistato ad inizio Ottocento dal Conte Sassatelli, che lo trasformò nel suo “casino di villeggiatura”. Occupato stabilmente dai Seminaristi di Imola fino al 1969, oggi fa parte dell’associazione Abitare la Storia, ed è una struttura ricettiva polifunzionale che offre una varietà di servizi di alto profilo permeata da un incanto d’altri tempi. 

BIENNALE DEL MURO DIPINTO Nata per la prima volta nel 1960, l’originale manifestazione artistica dozzese ha sdoganato il nome del borgo nel mondo. La Biennale del Muro Dipinto anima le vie del paese ogni mese di settembre degli anni dispari, quando artisti provenienti da ogni dove dipingono live i muri delle case sotto gli occhi dei visitatori. Le pitture murali sono la calamita visiva della kermesse, arricchita da  mostre e performance negli spazi-simbolo di Dozza: il Borgo antico, il Rivellino e la Rocca Sforzesca. Dall’anno zero fino ai giorni nostri, la manifestazione è prossima a tagliare il traguardo della 27° edizione, un’happening da non perdere. Vera e propria biennale d’arte moderna, è stata nobilitata nel tempo, dai maestri della pittura, fra i quali Brindisi, Frasnedi, Licata, Matta, Purificato, Saetti, Sassu, Schweizer, Sughi, Zancanaro. Oltre un centinaio i dipinti che danno lustro alle pareti del borgo, rendendo unica l’atmosfera di una passeggiata nel centro storico, autentica galleria d’arte a cielo aperto. Inoltre, nella vicina Toscanella, in occasione della Biennale, si tengono simultaneamente eventi di street art. Nel 2006 venne inaugurato il Centro Studi e Documentazione della Biennale del Muro Dipinto, depositario dei bozzetti delle opere e allestito all’interno della Rocca nei pressi della Pinacoteca, dove sono esposti alcuni  affreschi “strappati” ai muri, per preservarli dall’incuria e dagli inevitabili danni del tempo. 

ENOTECA REGIONALE Ospitata all’interno della suggestiva Rocca Sforzesca, dal 1970 l’Enoteca Regionale promuove e valorizza i vini della migliore tradizione regionale, favorendo un uso corretto e consapevole dell’arte del bere. L’ente vanta più di 200 produttori associati e si avvale della collaborazione di istituzioni, ricercatori e degli stessi soci. Nei meandri delle cantine della Rocca, sotto la guida di esperti sommelier, si potranno scoprire, degustare e acquistare ad un ottimo rapporto qualità-prezzo, i migliori vini dell’Emilia-Romagna. I tenebrosi sotterranei custodiscono la Mostra Permanente, cuore pulsante dell’Enoteca e vero paradiso di Bacco. Figurando un immaginario viaggio in un’ideale carta dei vini, le oltre 1000 etichette esposte accolgono il visitatore secondo i criteri di abbinamento con i cibi, partendo dai vini adatti come aperitivo e per antipasti,  passando a quelli ideali con i primi piatti, i secondi di carne o di pesce, e proseguendo via via con i formaggi, i dessert, per finire con i liquori e i distillati. Altre specialità di altissima qualità sono l’olio extravergine d’oliva di Brisighella e l’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia e Modena, dalle elevate proprietà organolettiche.  Angolo suggestivo dedicato alla degustazione, il Wine Bar, aperto alle visite guidate e a tutti gli eventi ludici e culturali che hanno per oggetto il nettare preferito dagli Dei.


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