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CASTENASO

CASTENASO

Vasto centro della pianura orientale bolognese, Castenaso (15. 214 abitanti) sorge sulle rive dell’Idice, lungo l’antica Via Salaria, l’odierna  San Vitale, che collegava Bologna alle saline di Cervia. I primitivi insediamenti  risalgono all’Età del Ferro, coi ritrovamenti delle necropoli nella frazione di Villanova di Castenaso, che diede il nome alla civiltà villanoviana, da cui derivano gli Etruschi. Il toponimo Castenaso deriverebbe dal latino Castrum Nasicae, a ricordo della battaglia che vide il console romano Publio Cornelio Scipione Nasica sconfiggere i Galli Boi nel 190 e nel 189 a.C., attestandone la presenza romana sul territorio. Nel medioevo era sotto la giurisdizione di Bologna e sui primi documenti dell’epoca appare per la prima volta il nome di Castenasio, che raggiunse la piena autonomia verso la fine dell’Ottocento. Il comune di Castenaso, in prima linea e particolarmente sensibile alle dinamiche socio-culturali, è stato insignito dal Presidente della Repubblica col Titolo onorifico di Città e Medaglia d’argento al merito civile per lo straordinario impegno della popolazione durante la battaglia partigiana di Vigorso e Fiesso del 21 ottobre 1944.

 

CASA BONDI: E’ un ex edificio rurale sottoposto ad  intervento di ristrutturazione e restituito ad uso pubblico. Il complesso colonico, risalente probabilmente alla fine del Settecento e più volte ritoccato, è un tipico esempio architettonico di casa colonica della pianura bolognese che si è mantenuto in essere fino alla soglia degli anni ‘50. E’ composto da due corpi principali: la casa e la teggia (costruzione rustica porticata) oltre un nucleo minore adibito a pollaio, stalla e forno. Il bene fu amministrato dalle Opere Pie, poi gestito dalla famiglia Bondi fino al 1974 e in seguito passato al Comune.  A rischiò abbattimento, fu salvato dai sit-in di protesta del movimento popolare locale e restaurato nel decennio tra gli anni ‘80 e ‘90. La teggia è oggi sede della biblioteca comunale mentre la casa ospita attualmente  la sede del Comune.

CHIESA DI  S. GIOVANNI BATTISTA: La Chiesa Parrocchiale e’ intitolata a San Giovanni Battista e si contraddistingue per la notevole  rilevanza artistica dovuta al portello del tabernacolo manufatto in rame, realizzato da Ubaldo Gandolfi (1728-1781) insieme ad alcuni arredi sacri di scuola bolognese del medesimo periodo. L’organo, sistemato nel presbiterio in cantoria, fu realizzato dal bolognese Giuseppe Guermandi nel 1845, modificato da Abele Marenzia nel 1909 e ricostruito, in seguito ai danni bellici,  dal veneto Paccagnella nel 1992. Nel marzo 2017  è stata inaugurata la nuova e futuristica chiesa parrocchiale, caratterizzata da forme e  linee avveniristiche, che utilizza l’innovativo  sistema di illuminazione Platek,  su idea e progetto del team di ingegneri Giovannini-Tranquilli. 

CHIESA MADONNA DEL PILAR: Nei pressi del capoluogo,  sui terreni del Collegio di Spagna, sorge il Santuario Madonna del Pilar. La chiesa fu così chiamata dal Rettore del Collegio, in onore della Vergine di San Luca. Fin dal 1315, poco distante dall’Idice, sorgeva una piccola chiesa dedicata alla Vergine, detta di Santa Maria delle Tombe o della Neve. Nel 1672 viene collocata nel santuario l’immagine della Madonna del Pilar eseguita dal pittore G.B. Bolognini.Il 27 gennaio 1699 avvenne un fatto prodigioso: la Madonna parlò ad una fanciulla del luogo, Maria Maddalena Azzaroni e la notizia si sparse in un baleno.In quattro anni fu eretto il santuario che oggi ammiriamo, in sostituzione di un più misero oratorio. L’edificio è in stile barocco, il campanile, sul disegno del Gulli, venne eretto successivamente nel 1933. In questo Santuario 16 marzo 1822 furono celebrate le seconde nozze del compositore Gioacchino Rossini con il famoso soprano Isabella Colbran. I coniugi Rossini vissero per una decina d’anni in una villa adiacente alla chiesa, dove il Maestro compose opere come Semiramide e Guglielmo Tell. Di Villa Rossini resta oggi solo un caratteristico pozzetto.

MARANO: Nella frazione di Marano sorgono diversi siti storici degni di nota, tra cui alcune ville. Il luogo di culto prinicipale è  la Pieve di San Geminiano, il cui impianto risale al XII secolo. La chiesa di origine romanica fu completamente distrutta nel XVI secolo dalle truppe di Cesare Borgia, detto il Valentino, condottiero, cardinale e arcivescovo, famoso per aver ispirato a Niccolò Macchiavelli la figura del Principe. L’edifico fu ricostruito in forme neoromaniche solamente nel 1929, conservando il campanile   cinquecentesco. Villa Marana, immersa in un bel parco, risale all’inizio del Seicento, probabilmente appartenente ai Padri dell’Oratorio Filippini. E’ caratterizzata da un portico ad archi ribassati su pilastri quadrati al piano terra, dove trovano spazio affreschi raffiguranti episodi della Gerusalemme Liberata. All’interno ospita anche la collezione d’arte privata del Maestro d’orchestra Molinari-Pradelli. Villa Gozzadini fu eretta nel XVI secolo dall’omonima famiglia senatoria bolognese. Fu al centro degli scavi archoeologici, promossi dal Conte Giovanni Gozzadini, a cui si deve il rinvenimento di 179 tombe della civiltà villanoviana. La villa, gravemente rimaneggiata e attualmente in stato di abbandono, è un sobrio edificio padronale cinquecentesco con un corpo centrale a tre piani e due ali laterali con un pregevole balcone in ferro battuto che sovrasta l’atrio centrale; notevoli affreschi e ariose pitture settecentesche impreziosiscono gli arredi interni. Villa Manaresi, ex villa Silvani, è nota anche come villa Pederzana, dal nome di Marcantonio Pederzani, ricco commerciante di legnami che nel 1627 innalzò questa signorile residenza arricchendola con preziose pitture ed affreschi. In sua memoria nacque l’Oratorio di  S. Matteo della Pederzana, fatto edificare nel 1658 dalla vedova e dai nipoti. Si tratta di un semplice edificio seicentesco a pianta rettangolare con campanile a vela recante sulla facciata, come elemento decorativo, una formella in cotto raffigurante San Matteo con un angelo che regge il Vangelo.

MUSEO DELLA CIVILTA’ VILLANOVIANA: Il MUV - Museo e Centro di documentazione della civiltà villanoviana, ospitato nell’ex fienile del complesso rurale di Casa Sant’Anna a Villanova di Castenaso, sorge precisamente nel luogo dove, fra il 1853 e il 1856, il conte archeologo bolognese Giovanni Gozzadini scoprì e identificò le tracce della fase più antica della civiltà etrusca, sviluppatasi tra gli inizi del I millennio a.C. (Età del Ferro) e gli ultimi decenni dell’VIII secolo a.C., sino ad allora sconosciuta in Italia, a cui lo stesso conte decise di dare il nome di Villanoviana. Il MUV espone importanti reperti provenienti da scavi rinvenuti a Marano di Castenaso tra cui  i corredi funebri di numerose tombe, con ogni probabilità di origine aristocratica. Il museo dispone di un percorso museale dedicato alle stele che costituivano il corredo monumentale del sepolcreto di Marano. Si tratta di 8 segnacoli funerari in arenaria e calcare, alcuni dei quali, ascrivibili alla classe delle “Stele proto felsinee”, hanno forma rettangolare con disco sovrastante e presentano una complessa decorazione figurata a bassorilievo. Di enorme pregio è la “Stele delle spade” che non ha paragoni con le altre stele villanoviane ritrovate: raffigura un duello tra due guerrieri ed è sovrastata da un leone e altre figure geometriche. L’allestimento espositivo è arricchito da suoni, video installazioni e postazioni interattive che accompagnano i visitatori nella vita e nei riti della civiltà villanoviana. Da maggio 2013 il MUV si è arricchito dei materiali dei corredi funerari appartenenti alle tombe 1,7,8 e 9 della necropoli orientalizzante di Marano. Da ottobre 2017 fino al 10 giugno 2018, il MUV ha ospitato la mostra permanente “Villanova e Verucchio: un’antica storia comune”, al fine di valorizzare il materiale e  gli esploratori delle rispettive necropoli.




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