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CREVALCORE

CREVALCORE

Crevalcore (13.544 abitanti) è situata nella Bassa Pianura Padana ed è crocevia di tre importanti province emiliane: Bologna, Modena e Ferrara. Comune più settentrionale della provincia di Bologna, gli è stato conferito il titolo onorifico di Città nel 2000 e dal  2012 fa parte dell’Unione dei comuni Terre d’acqua.. Il toponimo Crevalcore risale ai primi documenti del 1130. Varie le teorie sulle origini, ma l’etimologia più fondata collega il suo nome all’espressione crepa(tum) corium (crosta crepata)  per definire una zona paludosa caratterizzata, al ritirarsi delle acque, da periodi estivi di siccità, causando crepe nel terreno. Il suo territorio è legato ad eccellenze agricole (patata di Bologna, Perine IGP), al ramo di ricerca sulle nanotecnologie e sui nano materiali, e al settore tessile legato alla moda (Cp Company-Scarti Lab). A sei anni da quel funesto 20-29 maggio 2012 che ha colpito il cuore e gli edifici di Crevalcore, i lavori di ristrutturazione sono in via di completamento, restituendo alla città i servizi e i tesori che ne hanno segnato la storia secolare.

ORATORIO DELLA PIETA’ Risalgono al Cinquecento le origini dell’Oratorio della Pietà , composto da tre nuclei interconnessi tra di loro: l’oratorio con pianta rettangolare, la piccola chiesa della Santa Vergine dell’Orto e Porta Modena. Il nucleo originario dell’oratorio accolse  la Confraternita della Pietà di Crevalcore, istituita e fino a quel momento ospitata nella chiesa di San Silvestro. Modificato e restaurato verso la fine  del XVI secolo, al complesso venne aggiunta una quinta campata abbellita con  decorazioni relativi ai quindici episodi della vita della Vergine. Degni di nota anche  otto dipinti seicenteschi, sopraelevati rispetto al coro ligneo, raffiguranti momenti della vita di San Lorenzo e dei quattro Evangelisti, oltre un  meraviglioso  murale della Pietà con i santi Nicola, Silvestro e Giovanni.

CHIESA DI SAN SILVESTRO La chiesa dedicata al santo patrono, svettante  nel sue elegante stile neogotico, e’ frutto del rifacimento operato agli inizi del Novecento, in sostituzione del preesistente luogo di culto risalente al XIV secolo. Fu arretrata e riposizionata con l’asse traslato di 90° rispetto al passato per ampliare la piazza e valorizzare dal punto di vista architettonico il Palazzo Comunale e la scultura bronzea intitolata a Marcello Malpighi (1897) su progetto dell’Ing. Gulli. La facciata esterna è adiacente alla torre campanaria gotica, recentemente restaurata, recante l’iscrizione «Campanile istud quod fabricari fecit Ugucio Ugonis de Zamcharis inceptum fuit per comune Crevalcorii anno Domini 1421 et finitum 1424». La chiesa di San Silvestro ha ereditato diverse opere della primitiva chiesa tra cui i frammenti di un prezioso affresco trecentesco raffigurante l’Incoronazione della Vergine, il San Silvestro opera di Giovanni Maria Viani, il Crocifisso in legno di fine XV secolo, il San Francesco stimmatizzato  realizzato da Giacomo Cavedoni(1630-1635) e la splendida Adorazione dei Magi, tela manierista di O. Samacchini.

CASTELLO E CHIESA DI PALATA PEPOLI Proprietari di metà territorio dell’attuale Crevalcore, suddiviso in 85 poderi,  la potente casata dei Pepoli, per espressa volontà del Conte Filippo, nel 1540 realizzò  una sontuosa dimora residenziale di campagna, luogo di svago e di caccia, circondato da un vasto parco di alberi secolari. Con un notevole cortile porticato dominato da un’imponente torre centrale, il Castello  presenta i tratti tipici dei palazzi bolognesi e ferraresi dell’epoca. Nel 1858, il Castello di Palata e tutte le proprietà terriere dei Pepoli passarono ai principi Torlonia, riconosciuti tra i più grandi “bonificatori” d’Italia. Degli arredi interni, finiti sui banchi dei mercati dell’antiquariato, si sono salvate solo le porte in legno, laccate con motivi rococò. Recentemente gestito da enti privati, il Castello di Palata Pepoli ha subito gravi danni dalle scosse di terremoto del 20-29 maggio 2012. La chiesa parrocchiale di Palata, dedicata a S. Giovanni Battista, fu fondata nel Cinquecento dai Pepoli; il tempio fu tuttavia ricostruito nel 1883. Custodisce le opere della scuola pittorica bolognese dal Cinquecento al Settecento tra le quali: la Nascita di S. Giovanni Battista (S. Ricci, proveniente dall’Oratorio dei Fiorentini in Bologna), il S. Francesco d’Assisi, (F. Gessi), lo Sposalizio mistico di S. Caterina del Tiarini, il Crocifisso con la Madonna, S. Giovanni, la Maddalena e altri santi attribuiti a G.B. Ramenghi. Vi sono inoltre un S. Antonio di E. Graziani, un Battesimo di Cristo di B. Passerotti e un’Adorazione dei Magi del XVII secolo.

CASTELLO E CHIESA DI GALEAZZA PEPOLI Nella frazione di Galeazza Pepoli,  ad una ventina di km in direzione di Finale Emilia, si elevava il Castello con la poderosa Torre trecentesca fatta costruire da Galeazzo Pepoli,  gravemente danneggiati in diversi punti dagli eventi sismici del maggio 2012 e ormai quasi del tutto irrecuperabili. Attorno alla torre sorse nel Cinquecento una villa che verso il 1870 fu rimaneggiata dalla famiglia Falzoni-Gallerani in stile neomedievale. La parte antica del castello di Galeazza è stata fino ai giorni precedenti il terremoto sede dell’Associazione Culturale Reading Retreats in Rural Italy (Soggiorni di Lettura nella Campagna Italiana), ora trasferitasi nella campagna mantovana  presso la Corte Eremo di Curtatone . L’associazione organizzava concerti di musica classica e jazz, reading di letteratura, mostre d’arte, spettacoli teatrali e corsi di lingua. Nella chiesa di Galeazza, riaperta al pubblico il 1 luglio 2017, riposa il Beato Don Ferdinando Maria Baccilieri, fondatore dell’attiguo convento che dal 1862 ospita la Congregazione delle Serve di Maria, e un’ interessante museo dedicato alla figura del fondatore. 

PALAZZO BEVILACQUA ARIOSTI Sito nella piccola frazione di Bevilacqua,  il palazzo presenta le fattezze di una tipica dimora senatoria bolognese. Sorto per volontà del Conte Onofri-Bevilacqua nella seconda metà del ‘500, è una possente costruzione con due avancorpi agli angoli a forma di torre e una scala nella facciata principale con una ringhiera in ferro battuto. Nella parte posteriore vi è un ampio edificio un tempo adibito a scuderia. Si segnala inoltre la presenza di una chiesetta risalente al 1521 dedicata alla Madonna di Loreto. L’edificio, così come il muro di cinta del palazzo, sono ormai coperti di rampicanti. L’intero complesso edilizio, oggi in condizioni alquanto precarie, è noto come il Palazzo Ducale dei Bevilacqua.

VILLA RONCHI Sorge nella frazioni Ronchi una grande residenza di campagna, proprietà dei Conti Caprara fino al 1821, abbellita dai due massicci torrioni settecenteschi, concepiti con finalità scenografiche piuttosto che difensive. Il complesso è costituito dal palazzo padronale risalente al XVI secolo,  e dall’elegante chiesa settecentesca a pianta ellittica, di proprietà comunale, dedicata a  San Matteo. Il restauro degli affreschi del palazzo padronale ha confermato la firma dell’imberbe e precoce Agostino Carracci. L’edificio è stato chiuso in seguito ai danni provocati dal sisma di maggio 2012, anche se in occasioni speciali è nuovamente agibile il grande parco. Centro espositivo e culturale comunale di grande pregio, il Castello dei Ronchi era anche sede di feste e rievocazioni storiche, sorte con l’intento di divertire, incuriosire e stimolare la conoscenza di luoghi, personaggi e tradizioni del territorio. Tra le feste che erano ospitate qui: “Quattro passi nel Medioevo” all’inizio di  maggio, “L’Ottocento ai Ronchi” a fine luglio, “Crevalcore romana, Fondazione della città” a fine settembre, a cura dell’associazione Sèmper in baraca.

ORATORIO LA ROTONDA A pochi chilometri da Villa Ronchi, sulla strada per Sammartini sorge l’Oratorio della Natività di Maria, detto La Rotonda, voluto da Maria Vittoria Caprara come ex voto per lo scampato pericolo del marito Conte Nicolò Caprara, caduto con carrozza e cavalli nella risaia Sammartini e uscito miracolosamente illeso. La Rotonda fu costruita tra il 1765 e il 1768 dall’architetto Fancelli,figlio dell’illustre pittore di figura e allievo del Dotti. L’oratorio è visitabile in occasione della Festa della Natività di Maria (8 settembre), dove vengono esposte le 8 tele originali di Nicola Bertuzzi e in occasione di altre solennità dedicate alla Beata Vergine. L’oratorio circolare rappresenta una delle migliori testimonianze del rococò bolognese, ben conservata nel tempo, nonostante i numerosi passaggi di proprietà della villa.

MUSEO DEI BURATTINI Sorge a Crevalcore il “museo dei burattini più piccolo del mondo”, strettamente legato alle tradizioni della commedia dell’arte e della pianura bolognese e intitolato alla memoria del burattinaio crevalcorese Leo Preti (1903-1969) erede di una famiglia di burattinai di piu’ generazioni. Comprende 65 burattini, circa un centinaio di abiti di ricambio, una dozzina di cartonaggi, numerosi pezzi di attrezzeria e un centinaio di scenografie di ottima fattura dipinte dallo scenografo Otello Giovanoli e dal burattinaio ferrarese Ernesto Palamede Testelli. Sono presenti inoltre tre teatrini completi con frontone dipinto, locandine, volantini e registri mastro a partire dal 1886. La collezione, di proprietà del figlio di Leo Preti, è conservata a cura e a spese del Comune di Crevalcore..

MUSEO DELLA PACE Il Museo della Pace Guido Mattioli di Crevalcore ospita una raccolta di reperti della prima guerra mondiale, donata al Comune dal collezionista Guido Mattioli, che li raccolse nella zona del Carso con grande passione, durante il decennio tra il 1959 e il 1969. Nello scenario carsico, teatro degli scontri piu’ cruenti della Grande Guerra, Mattioli ha raccolto un patrimonio di reperti bellici e oggetti di vita quotidaina, come foto di caduti, lettere, ecc. Gravemente danneggiato dal sisma del 2012, il museo ha trovato, a partire dal novembre 2017, una nuova collocazione all’interno del Centro Culturale Melò, dove i reperti sono stati riorganizzati e arricchiti con nuovo materiale.

TEATRO COMUNALE Storico teatro provinciale, progettato da Giacomo Monari allievo di Ferdinando Galli Bibiena,  legato all’attività dell’Accademia degli Indifferenti Risoluti (1648). Decaduto il vecchio teatro, nel 1874 ne fu realizzato uno nuovo. La decorazione fu affidata al crevalcorese Gaetano Lodi, abile ornatista di corte dei Savoia, che aveva raggiunto fama internazionale con le decorazioni del foyer dell’Opera a Parigi e nel palazzo del kedivé al Cairo. Per la decorazione interna, tuttora esistente, il Lodi concepì una rutilante composizione floreale in stile orientaleggiante che avvolge l’intero teatro e raggiunge il massimo risultato nel plafond della sala. Il sipario, concepito come un antico arazzo, rappresenta Marcello Malpighi alla corte del Granduca Ferdinando II di Toscana. Il teatro fu inaugurato il 3 settembre 1881 con “Il Trovatore” di Giuseppe Verdi.  Dal 1906, con l’avvento dei socialisti alla guida del paese, il teatro accolse manifestazioni a sfondo politico e sociale, che provocarono le invettive dei proprietari dei palchi. Durante la seconda guerra mondiale, i Tedeschi lo trasformarono in ospedale da campo. Ospita normalmente una ricca programmazione teatrale, in attesa di essere ripristinato e riaperto al pubblico dopo gli spiacevoli eventi sismici.

AREA DI RIEQUILIBRIO ECOLOGICO “VASCHE EX ZUCCHERIFICIO” L’area è stata individuata come Zona di Protezione Speciale. Ricopre una superficie di ben 710 ettari di cui una trentina costituiti dalle vasche di decantazione delle acque reflue del vecchio zuccherificio e ora rifugio di una moltitudine di uccelli acquatici, grazie ad un progetto del Comune e alla specifica gestione apportata dal Centro Agricoltura e Ambiente. Alle vasche dell’ex-zuccherificio si aggiungono due aree rimboschite e ormai ben affrancate e siepi perimetrali arboreo-arbustive. All’interno delle vasche la profondità dell’acqua varia da zero a due metri creando le condizioni ideali per la presenza di numerose specie di uccelli. L’area è fruibile per la visita mediante un percorso di visita autoguidato e attrezzato con punti di osservazione schermati e pannelli informativi. Le visite guidate ed i moduli didattici offerti nell’ambito del “Sistema museale Terre d’acqua” rendono possibile apprezzare la biodiversità e approfondire i concetti dell’ecologia e della conservazione. All’inizio del percorso di visita si trovano pannelli esplicativi e una esposizione dimostrativa di ripari artificiali per specie selvatiche in difficoltà. E’ inoltre stata realizzata una piccola zona attrezzata per la sosta e per lo svolgimento delle attività di educazione ambientale attrezzata per la sosta e lo svolgimento delle attività di educazione ambientale. 

 

 

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