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SERRAMAZZONI
Serramazzoni è un comune di 8.200 abitanti circa situato all’interno del parco del Frignano.
Ha una storia relativamente recente.
E’ solo a seguito della costruzione della Via Vandelli (1749), poi della Via Giardini (1776), che in questo crinale, citato negli Statuti di Modena del 1327 come “Serra de Legorzano”, si venne a formare col passare degli anni un borgo il quale poi, assumerà importanza ed individualità da quando nel 1860 il Comune, costituito nell’ambito della nuova distrettuazione dei territori modenesi dell’ex Stato Austro-Estense, fu trasferito da Monfestino a Serramazzoni assumendo la denominazione Comune di Monfestino in Serramazzoni.
BORGO DI MONFESTINO
Il borgo di Monfestino è dominato dall’antico castello medioevale ben conservato, del quale si possono apprezzare le rotonde torri e le possenti mura.
La parte più antica della rocca, che in tempi remoti si presentava con un’alta torre quadrata circondata da possenti mura, doveva costituire un avamposto dello sbarramento difensivo del Castro Feroniano che ritardò di circa duecento anni la penetrazione da parte dei Longobardi nel territorio della montagna soggetto alla Chiesa ed all’Esarca di Ravenna.
Successivamente Monfestino fu retto prima dai Da Savignano, poi, dal 1401, dai ferraresi Contrari che ne ricevettero l’investitura feudale - con quella di Vignola e Savignano - da Nicolò III d’Este, e infine fu venduto dal duca di Ferrara nel 1577 alla famiglia Boncompagni che lo tenne sino al 1796.
CASCATE DEL BUCAMANTE
Le cascate del Bucamante si trovano nella stretta vallata del Bucamante, racchiusa tra Monfestino ed il Monte Cornazzano e rappresentano uno dei più pregevoli e suggestivi ambienti naturali della collina modenese. Le cascate si trovano nel punto più infossato e fitto di vegetazione della vallata del Bucamante. Si tratta di alcuni salti d’acqua di media entità formati dal Rio Bucamante, il più importante affluente del torrente Tiepido.
Il nome “Bucamante” deriva dalla leggenda di due amanti: l’aristocratica Odina e il giovane pastore Titiro, i quali, non potendo vivere alla luce del sole il loro amore, ostacolato dalla famiglia di lei, si suicidarono gettandosi in quelle acque che da quel giorno furono chiamate “Buca degli amanti”, da cui il nome Bucamante.
PIEVE DI SANTA MARIA ASSUNTA
Nel borgo di Rocca Santa Maria si trova una delle più belle ed antiche pievi della montagna modenese. Edificata tra l’ottavo e il nono secolo, fu donata nel 1108 al Vescovo di Modena da Matilde di Canossa. Sorta su una rupe quasi inaccessibile che domina la pittoresca valle del torrente Fossa, era annessa a un antichissimo fortilizio che faceva parte di una serie di torri e luoghi fortificati a presidio della vallata, con Nirano, Fogliano, Torre delle Oche e Spezzano.
Dal 1038 appartenne al marchese Bonifacio di Toscana e quindi a sua figlia Matilde di Canossa, che la cedette nel 1108 al vescovo di Modena.
Gli splendidi capitelli databili all’XI secolo, in stile preromanico o romanico precoce, sono ornati da intrecci vegetali, con foglie e fiori stilizzati, nastri e volute, e sono ritenuti fra i più belli del Nord Italia.
La base della seconda colonna di destra ha i paraspigoli scolpiti con teste di animali (leone, caprone, orso, grifone) che simboleggiano il male schiacciato dalla Chiesa.
Di interesse all’esterno della Pieve, nei pressi dell’antica Rocca, una campana con lo stemma gentilizio dei Da Savignano e la data 1370.
TORRE DELLA BASTIGLIA
Simbolo del comune di Serramazzoni, la Torre della Bastiglia faceva parte di un fortilizio del XIII secolo eretto a scopo di avvistamento e di appoggio al castello di Monfestino. La torre segnò per molto tempo il valore strategico di Ligorzano, soprattutto dall’ XI al XIII secolo. Nei pressi della torre alcuni edifici residenziali presentano portali in sasso scolpito con architravi lavorati di buona fattura e con incisa la data 1578.
Ha una storia relativamente recente.
E’ solo a seguito della costruzione della Via Vandelli (1749), poi della Via Giardini (1776), che in questo crinale, citato negli Statuti di Modena del 1327 come “Serra de Legorzano”, si venne a formare col passare degli anni un borgo il quale poi, assumerà importanza ed individualità da quando nel 1860 il Comune, costituito nell’ambito della nuova distrettuazione dei territori modenesi dell’ex Stato Austro-Estense, fu trasferito da Monfestino a Serramazzoni assumendo la denominazione Comune di Monfestino in Serramazzoni.
BORGO DI MONFESTINO
Il borgo di Monfestino è dominato dall’antico castello medioevale ben conservato, del quale si possono apprezzare le rotonde torri e le possenti mura.
La parte più antica della rocca, che in tempi remoti si presentava con un’alta torre quadrata circondata da possenti mura, doveva costituire un avamposto dello sbarramento difensivo del Castro Feroniano che ritardò di circa duecento anni la penetrazione da parte dei Longobardi nel territorio della montagna soggetto alla Chiesa ed all’Esarca di Ravenna.
Successivamente Monfestino fu retto prima dai Da Savignano, poi, dal 1401, dai ferraresi Contrari che ne ricevettero l’investitura feudale - con quella di Vignola e Savignano - da Nicolò III d’Este, e infine fu venduto dal duca di Ferrara nel 1577 alla famiglia Boncompagni che lo tenne sino al 1796.
CASCATE DEL BUCAMANTE
Le cascate del Bucamante si trovano nella stretta vallata del Bucamante, racchiusa tra Monfestino ed il Monte Cornazzano e rappresentano uno dei più pregevoli e suggestivi ambienti naturali della collina modenese. Le cascate si trovano nel punto più infossato e fitto di vegetazione della vallata del Bucamante. Si tratta di alcuni salti d’acqua di media entità formati dal Rio Bucamante, il più importante affluente del torrente Tiepido.
Il nome “Bucamante” deriva dalla leggenda di due amanti: l’aristocratica Odina e il giovane pastore Titiro, i quali, non potendo vivere alla luce del sole il loro amore, ostacolato dalla famiglia di lei, si suicidarono gettandosi in quelle acque che da quel giorno furono chiamate “Buca degli amanti”, da cui il nome Bucamante.
PIEVE DI SANTA MARIA ASSUNTA
Nel borgo di Rocca Santa Maria si trova una delle più belle ed antiche pievi della montagna modenese. Edificata tra l’ottavo e il nono secolo, fu donata nel 1108 al Vescovo di Modena da Matilde di Canossa. Sorta su una rupe quasi inaccessibile che domina la pittoresca valle del torrente Fossa, era annessa a un antichissimo fortilizio che faceva parte di una serie di torri e luoghi fortificati a presidio della vallata, con Nirano, Fogliano, Torre delle Oche e Spezzano.
Dal 1038 appartenne al marchese Bonifacio di Toscana e quindi a sua figlia Matilde di Canossa, che la cedette nel 1108 al vescovo di Modena.
Gli splendidi capitelli databili all’XI secolo, in stile preromanico o romanico precoce, sono ornati da intrecci vegetali, con foglie e fiori stilizzati, nastri e volute, e sono ritenuti fra i più belli del Nord Italia.
La base della seconda colonna di destra ha i paraspigoli scolpiti con teste di animali (leone, caprone, orso, grifone) che simboleggiano il male schiacciato dalla Chiesa.
Di interesse all’esterno della Pieve, nei pressi dell’antica Rocca, una campana con lo stemma gentilizio dei Da Savignano e la data 1370.
TORRE DELLA BASTIGLIA
Simbolo del comune di Serramazzoni, la Torre della Bastiglia faceva parte di un fortilizio del XIII secolo eretto a scopo di avvistamento e di appoggio al castello di Monfestino. La torre segnò per molto tempo il valore strategico di Ligorzano, soprattutto dall’ XI al XIII secolo. Nei pressi della torre alcuni edifici residenziali presentano portali in sasso scolpito con architravi lavorati di buona fattura e con incisa la data 1578.