PRIGNANO SULLA SECCHIA

Prignano sulla Secchia è un comune italiano di 3.700 abitanti circa situato nella prima fascia dell’Appennino modenese, adagiato nelle vallate percorse dal fiume Secchia e da un suo affluente, il torrente Rossena ai confini con la provincia di Reggio Emilia.
Il nome Prignano ha probabile origine latina. Sette le frazioni: Castelvecchio, Montebaranzone, Morano, Pescarola, Pigneto, Saltino e Sassomorello.
CAMPANILE DI SAN MICHELE
Questa torre romanica si trova al centro di Prignano, in piazza Roma. Presenta una sezione quadrata con bifore aventi capitelli in arenaria. Un tempo era affiancato dalla chiesa di S. Michele, oggi scomparsa.
CASA BERTI
Si trova in via Allegretti e rappresenta uno dei più significativi esempi di residenza padronale seicentesca. Risale al secolo XVII ed è in buono stato di conservazione. Alla casa-torre si è unito il torrione d’angolo con basamento a scarpa, coronato da un loggiato.
CHIESA DI SAN LORENZO
Si trova in via S. Lorenzo, e fu la prima chiesa eretta a Prignano. Fu completamente ristrutturata nel ‘700 cambiandone orientamento e facciata. Conserva diversi dipinti dell’800 e del ‘900.
CHIESA DEI SANTI NAZARIO E CELSO
Risale al 1462 ed è dedicata ai Santi Nazario e Celso, subì trasformazioni nel 1640 e nel 1731. Conserva un calice del ‘400, un dipinto e mobili del ‘600 e una copia del quadro “Lo sposalizio di S.Caterina” del Correggio. Il campanile, che costituisce corpo unico con la chiesa, presenta interessanti particolari architettonici, quali una finestra con davanzale a sguscio e finestrelle bilobate.
SITO DEL PESCALE
Importante stazione archeologica dove il ritrovamento di reperti, vasi, ossa lavorate e la scoperta di un villaggio preistorico che occupa una superficie di 2600 mq, ne fanno risalire l’esistenza di V - IV millennio avanti Cristo. La spianata del Castellaro, la rupe che s’innalza rapidamente sulla sponda destra della Secchia alle “Strette del Pescale”, nel tratto in cui il fiume riceve le acque del rio Pescarolo, fu sede di un villaggio preistorico. L’insediamento, che occupava una superficie di circa 2.600 metri quadrati ed era formato da grandi capanne di legno ed argilla, a pianta elissoidale e col pavimento scavato nel terreno. Il materiale recuperatovi documenta, infatti, la successione nella località delle diverse culture sviluppatesi nell’ Emilia occidentale durante l’intero Neolitio. Ma alcuni reperti rinvenuti nelle adiacenze della stazione litica del Pescale ed ascrivibili alle successive età del rame e del Bronzo, ed altri portati alla luce in località, vicine (Castellarano, Roteglia), databili alla età del bronzo e del ferro, compresi frammenti laterizi di età romana, indicano che questo tratto mediano della valle del Secchia fu sfruttato a fini abitativi per un arco di tempo ancora più lungo, dall’età della pietra, ai tempi storici
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