ANZOLA DELL'EMILIA
Anzola dell’Emilia e’ situato ai lati della via Emilia, nella zona tra il fiume Reno e il torrente Samoggia, ubicata tra le città di Bologna e est e Modena ad ovest. Fa parte dei comuni Terre d’acqua insieme alle confinanti Calderara, San Giovanni in Persiceto, Sala Bolognese, Sant’ Agata Bolognese e Crevalcore. Anzola conta una popolazione di 12.260 abitanti e il suo nome deriverebbe da “unciola”, che significa il peso dell’oncia.
CHIESA SS. PIETRO E PAOLO La seicentesca Chiesa dei Santi Pietro e Paolo è la pieve più antica di Anzola dell’Emilia. Il monumento è sito di fronte alla Torre di Re Enzo. La struttura ha origini antiche: alcuni documenti attestano la dedica a Re Enzo già a partire dal IX secolo, mentre la nomina a chiesa avvenne soltanto nel XIV secolo. Aveva l’orientamento dell’abside rivolto ad oriente, secondo l’antica tradizione cristiana, simbolo del Cristo che porta la luce scacciando le tenebre. In occasione dei lavori di consolidamento effettuati sulla struttura fu modificato l’orientamento dell’edificio, spostando l’ingresso e la posizione dell’abside. Nel 1630 la Chiesa fu rasa al suolo in seguito ad uno dei consueti scontri per il possesso del Castello medievale. Dell’impianto originale a noi è pervenuto soltanto il fronte medievale; il resto del complesso è stato completamente riedificato. Di interesse sono le opere d’arte realizzate da Spisanelli e Guardassoni, custodite all’interno della struttura.
TORRE DI RE ENZO Unica testimonianza ancora esistente dell’antico castello dei Signori di queste terre (XIII secolo), la costruzione rievoca i tempi della guerra fra i Comuni e l’imperatore Federico II. Con la vittoria di Fossalta (1249) sul Panaro, i Bolognesi conquistarono una sonora vittoria sugli imperiali, con la cattura del figlio dell’Imperatore, Enzo, affidato alla custodia del Signore locale, il Conte Michele degli Orsi. La torre fu ribattezzata col nome dell’erede imperiale, che trascorse alcuni giorni prigioniero nel castello, prima di essere trasferito nel palazzo bolognese, dove trascorrerà ben ventitre anni fino alla morte. La leggenda narra di una detenzione dorata per il rampollo Enzo, con i servigi di una vera e propria corte. Il Conte Michele degli Orsi, divenuto grande amico del giovane monarca, pare avesse favorito la fuga nascondendolo in una brenta di vino, ma venne riacciuffato a causa della sua lunga ciocca di capelli biondi fuoriuscente dal tino.
TERRAMARE Antichi villaggi su palafitte appartenenti all’età del bronzo (XVI-XIII sec. a.C.), le Terramare sono tipici dell’Emilia centro-occidentale. Costruiti sulla terraferma, a ridosso di un corso d’acqua, erano di forma quadrangolare circondati da profondi fossati. La terramare di Anzola sorgeva lungo il confine orientale della loro area di diffusione, e tra gli oltre 250 siti rinvenuti, si delineava come luogo di frontiera. Al Museo archeologico ambientale di Anzola e S. Giovanni in Persiceto, si trovano due sale espositive, una con i reperti recuperati in territorio anzolese e l’altra che mostra i parallelismi con gli altri insediamenti a sud-est della pianura padana, mentre un’aula didattica è allestita con la ricostruzione di una capanna dell’età del Bronzo.
GELATO MUSEUM CARPIGIANI Nel paese dove il gelato è un’istituzione non poteva mancare un museo dedicato alla storia del gelato all’italiana. La Fondazione Bruto e Poerio Carpigiani lo ha realizzato negli spazi all’interno della storica fabbrica, leader di mercato nel settore delle macchine per gelato artigianale. Il Gelato Museum Carpigiani si presenta con il primato di essere il primo al mondo dedicato a storia, cultura e tecnologia di uno dei prodotti gastronomici simbolo del made in Italy. Il percorso si snoda dalle origini del gelato ad oggi, su tre livelli di lettura: evoluzione del gelato nel tempo, la storia della sua tecnologia produttiva e luoghi e modi di consumo del gelato: ben 24 le postazioni multimediali, oltre 20 le macchine originali esposte e 10.000 le immagini storiche nel nostro archivio. Tra i cimeli in mostra la prima macchina industriale per gelato dell’azienda Cattabriga, proprietaria dal 1927 del brevetto del mantecatore automatico, seguita a ruota dall’autogelatiera progettata da Bruto Carpigiani (1903-1945), tecnico e progettista, autore di innovazioni tecnologiche e prototipi. Già all’inizio degli anni ‘40 Bruto lavora alacremente ad una nuova macchina gelatiera più igienica, rapida ed efficiente rispetto a quelle della concorrenza. Il disegno e il prototipo vedono la luce poco prima della sua morte, nel 1945. L’anno seguente il fratello Poerio Carpigiani (1911-1982) fonda la Carpigiani e da qui parte la diffusione della cultura e del business del gelato artigianale nel mondo. Uno spazio personale è invece riservato al cono gelato: il tipico contenitore viene brevettato a Washington D.C. nel 1903 da Vittorio Marchioni, un italiano originario del Cadore. Proprio da queste zone, la Valle di Cadore e la vicina Val di Zoldo, il gelato venne esportato fuori dall’Italia all’inizio del secolo scorso. Per raccontare la storia dei pionieri della diffusione del gelato artigianale nel mondo è stata di recente inaugurata la nuova area dedicata alla “Valle dei Gelatieri”. La Fondazione Carpigiani è nata in aprile 2012 con lo scopo di divulgare a livello internazionale la storia, la cultura e la tecnologia del mitico gelato italiano.