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CASTEL DI CASIO

CASTEL DI CASIO

Situato  nella pittoresca valle del Limentra di Treppio,  affluente del fiume Reno, Castel di Casio fa parte dell’Unione dell’Appennino bolognese, confinante coi comuni dell’Alto Reno e dell’Appennino pistoiese. Elevato ad un’altitudine di 533 m s.l.m, con valori minimi e massimi oscillanti tra i 284 m e i 1138 m, è parte integrante dei Parchi regionali del Lago di Suviana e di Brasimone, prinicipale centrale idroelettrica dell’Appennino settentrionale.  Il suo nome deriva da “Vicus Cassi”, ovvero borgata di Casio, prospero villaggio in epoca romana, come testimoniato dagli scavi del 1836. Centro  medievale di importanza strategica, fu prima feudo di Matilde di Canossa, poi dei Conti Alberti di Prato, infine del Comune di Bologna e sede della Podesteria e del Capitanato occidentale della Montagna fino alla metà del Quattrocento. Castel di Casio aderisce all’Associazione Nazionale “Città del Tartufo”.

TORRE  DI CASIO Ai lati della piazza, simbolo dell’antico borgo, si elevano i ruderi della Torre di Casio, spezzata verticalmente a metà, in seguito ai danni subiti dal terremoto del 1846. Fu costruita nel 1219  con la fortificazione del villaggio, un’antico castello crollato dopo il tremendo terremoto del 1470. La cinta muraria del borgo fu innalzata dal comune di Bologna (sotto la guida di Gislimerio da Casio) come linea di confine dopo il patto pacifico stretto con il comune di Pistoia. La torre in arenaria, opera dei maestri comancini, e’alta circa 30 metri, (dopo il restauro e l’abbassamento di  5 m) ed era originariamente ornata di merli e coperta da un tetto. A una quindicina di metri d’altezza era posta l’entrata d’accesso al castello, tramite una passerella in legno.

PIEVE DEI SANTI QUIRICO E IULITTA Le origini della pieve sono  antichissime e risalgono al periodo bizantino. Chiesa battesimale di primaria rilevanza, sotto la sua giurisdizione (XIII sec.) ruotavano tre chiese ed un ospitale: S. Stefano di Bibiano, San Lorenzo di Casio, S. Giorgio della Collina di Casio e l’ospitale di S. Giovanni Battista di Casio. Il collegio dei canonici e la presenza dell’arciprete denotavano inoltre una notevole influenza anche sotto l’aspetto economico, sociale e politico. Nel 1293, in seguito ad un grave e sacrilego delitto, fu affidata ai Canonici Lateranensi di San Frediano di Lucca, che la gestirono fino al 1780. Nel 1790  inizio’ una progressiva opera di restauro, prima della canonica, poi del campanile rialzato di alcuni metri, e poi della chiesa, modificata come appare nella sua facciata attuale. All’interno pregevole tela dell’altare maggiore, raffigurante i Santi Quirico e Iulitta, opera del Guardassoni (XIX secolo).

CHIESA DI SAN BIAGIO La chiesa parrocchiale dedicata a S. Biagio è risalente, secondo la fonte del Lorenzini, al 1382. Nel 1644, ad opera dei Toscani, subì un incendio che la distrusse e fu riedificata dalle fondamenta, assieme alla canonica, alla fine dell’Ottocento. Dietro al campanile sono tutt’ora visibili i resti dell’abside dell’antica chiesa costruita in opus quadratum in stile romanico.

CHIESA S. MARIA ASSUNTA  A 600 m di altezza sotto il Monte Poggio Barone sorge la Chiesa di Casola dei Bagni, di origini molto antiche e luogo di culto celebre della montagna bolognese. La chiesa di Casola è stata considerata, dalle pubblicazioni dell’epoca, fra le più belle del contado appenninico, probabilmente lunga 46 piedi, larga 23 e alta 18. Sovrasta l’altare maggiore un quadro di pregevole fattura rappresentante l’Assunzione di Maria Vergine al cielo in mezzo a un coro di angeli, attribuito alla scuola di Guido Reni. Originariamente l’altare maggiore era chiuso da una caratteristica balaustra in ferro con ornamenti di ottone, smarrita nei recenti anni 60.

LA GAGGIOLA Raro esempio di villa signorile risalente al XVII secolo. La casa ed il podere della Gaggiola, appartenevano dal primo cinquecento alla famiglia Sabadini che aveva molti possedimenti nella zona di Casola. Verso la fine del Seicento ai Sabadini subentrarono i conti Corti, patrizi modenesi e nobili bolognesi. Nel 1747, i conti Corti vendettero a Don Giacomo di Guglielmo Piemontesi tutte le loro proprietà in Casola, tra le quali il podere e il palazzo della Gaggiola. L’edificio , di tipo padronale, è dotato di una pregevole torre seicentesca con coperto a quattro falde, il loggiato e il rosone in mattoni, tipico delle torri più tarde della media montagna bolognese.

PONTE DI CASTROLA In una stretta della valle della Limentra Orientale, dove recentemente fu progettata un’imponente diga mai realizzata, si trova questo scenografico ponte a schiena d’asino costruito nel 1850 su progetto dell’architetto bolognese Venturoli, importante via di passaggio per i viandanti  e per i crociati bolognesi in procinto di imbarcarsi verso i porti toscani. Il Ponte “papalino” di Castrola è uno dei più antichi nel territorio appenninico bolognese, risulta infatti già esistente nel 1096, anno della prima crociata. La sua esistenza è documentata da donazioni fatte “pro anima et utilitas pontis” con le quali, chi non potendo partire per le crociate, ne voleva godere i benefici spirituali con offerte pubbliche. Nel 1370 venne distrutto da una piena del fiume e ricostruito in legno da due artigiani. Abbandonato al suo destino e minato dalle intemperie, oggidì il ponte versa in uno stato precario, sovrastato dall’incuria della natura.

BADI Affacciato sul lago di Suviana, il borgo di Badi è ricco di testimonianze storiche e artistiche. Nella chiesa di San Prospero (XVII secolo) è custodito il quadro della Madonna,  detta dei Maremmani, e una tela tardo cinquecentesca di scuola bolognese raffigurante Cristo tra i carnefici e Caifa, oltre una Via Crucis in terracotta del Seicento. L’oratorio romanico di Sant’Ilario, appartenente a Matilde di Canossa, originario dell’XI secolo e ricostruito nel Quattrocento, conserva affreschi di scuola Toscana rappresentanti un Sant’Ilario ed un Crocifisso. Sparsi attorno al borgo si trovano alcuni edifici rurali di valore architettonico come l’agglomerato di Ca’ Vecchia, con un bel portale decorato del 1500. A Massovrana si trova invece un piccolo nucleo con torre, a doppio cornicione in pietra, della seconda metà del Quattrocento, mentre il nucleo di Moscacchia, risalente al Trecento, è degno di nota per  gli stipiti di alcune finestre scolpiti da simboli di fecondità. Oltre il Monte di Badi risiede un celebre castagno monumentale, millenario esemplare con una porta intagliata ad altezza d’uomo, goliardicamente ribattezzato “Osteria del Bugeon” (all’interno del tronco è in grado di ospitare una dozzina di persone!).  Al 1200  risalgono  le prime notizie sulla Fonte del Perio, sgorgante da una fontana di purissima acqua sorgiva, detta della “salute”, capace di far calare la febbre.

LAGO DI SUVIANA Il lago di Suviana è un bacino artificiale realizzato nel 1932, immerso in un ambiente ricco di boschi e sorgenti, alimentato dalle acque dei due Limentra, di Treppio e della Sambuca, e del fiume Reno. E’ collegato a due centrali idroelettriche, quella di Suviana, posta sotto la diga, e quella di Bargi, realizzata lungo le rive del lago. Situato ad una latitudine di ottocento metri, il bacino è compreso nel territorio del Parco regionale dei laghi Suviana e Brasimone, e offre ai camminatori un percorso segnato dal C.A.I. che consente un giro completo  toccando vari punti di interesse. Il lago viene utilizzato non soltanto per la produzione di energia idroelettrica ma anche per attività balneari e per sport acquatici come windsurf, barca a vela e canottaggio, seppur in conflitto con una regolamentazione balneare abbastanza rigida. Attrezzato con vari punti di ristoro, è molto frequentato  durante i weekend, meta di camperisti nelle aree-barbecue  e per tutti gli amanti della natura.  

 

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