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ALTO RENO TERME

ALTO RENO TERME

Alto Reno Terme è un comune italiano di 6 940 abitanti della città metropolitana di Bologna in Emilia-Romagna. Si tratta di un comune sparso con capoluogo Porretta Terme. Ai sensi dell'art. 34 dello Statuto l'ex comune di Granaglione è divenuto municipio, mentre nelle frazioni di Castelluccio, Capugnano, Corvella e Porretta Terme sono state istituite le consulte territoriali. È sede amministrativa dell'Unione dell'Alto Reno.

BORGO DI LUSTROLA

Un piccolo borgo, posto sul pendio a valle del Sasso della Corona, esposto a sud est e rivolto verso la valle del Reno. Un borgo di poche case prevalen-temente costruite in sasso, a monte della Strada Provinciale, attraversato dalla via Mezzola che passa attraverso il Porghino (antica volta) e corre sotto il piazzale erboso su cui sorge la Chiesa di San Lorenzo. Un borgo attorniato dai castagneti, dal quale lo sguardo corre su crinali e piccoli abitati, immersi nel verde delle montagne circostanti. Un borgo di silenzi, rotti dalle campane e dai versi di mille animali, di aria frizzante, di acqua leggera e di cieli tersi.

Lustrola, per i pochi residenti stabili, è il luogo della vita quotidiana, un paradiso domestico nel quale ogni angolo richiama persone e avvenimenti propri e dei propri avi. Per coloro che vi fanno ritorno appena possibile, ritrovando la casa di famiglia, è il luogo della memoria e della propria storia, un paradiso familiare nel quale perpetuare l’appartenenza alle proprie radici. Per coloro che vi trascorrono le vacanze ed i fine settimana, essendovi arrivati per caso o per amicizie, è il luogo dell’evasione dalla città, un paradiso privato che ben presto diventa davvero una nuova “casa”, non poi così “seconda” man mano che la si vive. 

CHIESA PARROCCHIALE SANTA MARIA MADDALENA

Nel 1684, la vecchia chiesa parrocchiale quattrocentesca, si ritrovava in uno stato di pieno degrado e distruzione, infatti il commissario Giovanni Girolamo Sassatelli scriveva: 

“La chiesa non sta in peggior stato di quello facesse alcuni anni fa per quanto  si è osservato; è ben  vero che alcuni legni restano puntellati il che caggiona un brutto prospetto e però questi huomini del Governo ritornato che sarà maesttro Angelo Zagnoni muratorie di Toscana che hora è unico in questa terra, con esso si portaranno a visitarla e trovandola di qualche pericolo si provvederà che resti assicurata per questo inverno per poi a buon tempo provederle di quanto le sarà di bisogno.”

Dopo più di un anno ancora non si era vista alcuna soluzione e lo stato di degrato veniva denunciato di continuo, infatti lo stesso Sassatelli, il 28 ottobre 1685 così scriveva:

“Hieri in Congregazione esposi a questi huomini del Governo i pii sentimenti V. S. Illustrissima in ordine fabricare la Chiesa e questi se ne mostrorno desiderosissimi conoscendovi non che il bisogno, la necessità grande, ma riflettendo alla povertà della Terra dubitano non poter riuscire e che però fosse meglio per hora risarcire la presente e intanto considerare quello si pensa fare del luogo, forma, grandezza per divisare puoi  della spesa per pigliare copra di questo le dovute misure ma far ciò sono necessarie persone periti”.

A questo punto, riepilogando, sono in scena tre figure: il Conte Ranuzzi, gli Huomini del Governo (una specie di rappresentanza del popolo porrettano) ed infine il commissario, che fungeva da rappresentante  in loco dell’ autorità comitale.  Il primo dei problemi che seguirono fu chi si sarebbe dovuto incaricare delle enormi spese per la ricostruzione: il Conte o i porrettani? 

Fin dal secolo scorso, sia il  feudatario che gli abitanti avevano tentato di acquisire il giuspatronato sulla chiesa, fallendo tra l’altro entrambi.  I porrettani, alla fine, spaventati dall’ enorme spesa che bisognava scucire per la costruzione, cedettero tutti i diritti e pretese di giuspatronato al Conte, che si incaricò di tutte le spese (alla fine furono comunque i Porrettani a pagare poiché il Conte li tassò proprio per finanziare la costruzione della nuova chiesa).

I motivi di tale rinuncia, vennero sintetizzati nel verbale della riunione tenuta il 26 ottobre 1687:

“La chiesa trovasi ridotta in mal stato e minacciante ruina e devesi necessariamente reedificare”

(ma per tale operazione non erano sufficienti le 12.600 lire che essi possedevano)

 

 
GRANAGLIONE 
 
La località è collocato nella vallata del Randaragna sull'Appennino tosco-emiliano.

La vallata di Granaglione è sempre stata ricoperta da fitti boschi, perciò chi vi abitava si dedicava al mestiere di boscaiolo.

Sorsero così vari nuclei di case, tra cui Boschi e Lustrola, compatta borgata medievale circondata da bei castagneti, che meritano senz'altro una visita.

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