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VETTO

VETTO
Località del medio Appennino reggiano, Vetto vanta una felice posizione.
Posta in alto sulla sponda destra dell'Enza, in una conca ai piedi dei Monti Costa e Faille, è infatti balcone naturale su tutta la valle.
Il paese, circondato da castagneti, querceti e pinete è punteggiato dalle antiche costruzioni del borgo, del Castello e Ca' Boccio, una serie di casette che, addossate le une alle altre, conferiscono al paese una suggestiva nota di tempo che fu e fanno da sfondo alla chiesa di S. Lorenzo di origine preromanica.
 
Vetto è quasi certamente di origine romana e trae il proprio nome dal latino “vectus“, che significa condotto, portato, trasportato.
Il paese è infatti sempre stato un importante punto di transito e collegamento tra varie regioni, oltre che luogo di attraversamento della Val d’Enza attraverso il fiume omonimo. Per altri il toponimo deriva dal dominio della nobile stirpe romana dei Vetii o Vectii.

Il primo documento storico che testimonia l’esistenza di Vetto risale al 1142, epoca in cui, dopo l’egemonia dei Canossa, divenne appannaggio dei Dalla Palude.

L’insediamento storico è suddiviso nelle tre zone contigue de “il borgo”, “cà boccio”, “il castello”, in cui si trovano edifici di pregio storico fra cui:

Chiesa di San Lorenzo
Di origine romanica, presenta un bel campanile con cella bifora, un portale in arenaria su colonne, abside seicentesca con volta a botte e cornice del XII secolo.
All’interno un tabernacolo e confessionali del ‘500 e ‘600, una scultura in legno raffigurante il Cristo morto di Carlo Arlotti e un quadro del 1621 che rappresenta San Lorenzo.

Osteria del Turo
Massiccia Casa a torre del sec. XVII con annessa corte in cui si accede attraverso un ampio portale a tutto sesto.

Casa a torre XVI-XVII sec
Si trova all’estremità ovest del paese, affiancata da una corte con portale a tutto sesto, datata 1850.

Casa Agostino
In via Micheli è degno di nota il portale, prima residenza dell’Amministrazione comunale.
Sul sasso è stata scolpita nel 1859, la scritta “Viva Vittorio Emanuele secondo nostro Re e prode soldato – Viva il generoso Napoleone III – Viva l’invincibile Garibaldi “.

Il pontaccio
A poco più di un chilometro da Vetto, affiorano, dal greto dell’Enza, gli interessanti resti di un ponte ad arco con struttura in pietra, denominato “Pontaccio”. Alcuni lo fanno risalire ad epoca romana, altri al periodo matildico, è comunque un manufatto di antica origine che permetteva le comunicaziuoni tra i due versanti del fiume Enza.








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