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SAN CESARIO sul PANARO
Il Comune di San Cesario sul Panaro (6.412 abitanti) è situato nell’alta pianura modenese, sulla destra del fiume Panaro.
Le origini risalgono all’anno 825 quando la vasta “Selva di Vilzacara” (antico toponimo di San Cesario sul Panaro) venne donata all’Abbazia di Nonantola dall’imperatore Lotario. Nell’anno 945 il Marchese Berengario, poi Re d’Italia, destinò il territorio sancesarese a coltivazione ed eresse un Castello o Borgo con molti edifici e una cappella in onore di San Cesario, che fu scelto come celeste patrono. La contessa Matilde di Canossa, con un importante atto del 1112, fece sì che la corte e selva di Vilzacara fosse sottratta ai monaci nonantolani per passare in gestione alla chiesa locale, dedicata al martire Cesario (è per questo motivo che dopo l’anno mille scomparve gradualmente il toponimo “Wilzacara” sostituito da San Cesario, anche se si ritiene che la località Vilzacara fosse in diverso luogo, sebbene non lontano); nella chiesa introdusse i canonici regolari provenienti da Modena, ai quali fece un donazione corposa. In seguito la corte e la chiesa di San Cesario verranno affidati ai monaci benedettini di San Benedetto Po (vicino a Mantova) che a loro volta le cederanno al monastero dì San Pietro in Modena.
BASILICA
La basilica di San Cesario è una delle più antiche e prestigiose chiese in stile romanico dell’Emilia-Romagna. Fu costruita nel X secolo sui resti di un preesistente luogo di culto di cui vennero riutilizzati dei materiali, e fu dedicata al culto del martire Cesario del quale si conserva una preziosa reliquia.
L’edificio, in mattoni, presenta una architettura semplice e solenne; la facciata a salienti abbellita da una elegante bifora, le fiancate con le strette monofore ed una armoniosa decorazione geometrica, le arcatelle cieche, le possenti absidi dimostrano come anche nei cosiddetti secoli bui del Medioevo e pur in assenza di materiali pregiati, si riuscisse a creare un’opera che suscita ancor oggi ammirazione e stupore. Risale all’anno 1544 la costruzione del campanile, sulla navata nord, dono di Susanna Pico della Mirandola, vedova del conte Roberto Boschetti.
L’interno è maestoso e suggestivo: le colonne sono sormontate da magnifici capitelli scolpiti con grande varietà di motivi ornamentali. Il bel soffitto ligneo a capriate comunica un senso di calore e di armonia. Colonne, archi e capitelli sono stati rimessi alla luce dopo che, nel corso del secolo XVII, la chiesa aveva subito pesanti interventi che ne avevano profondamente alterato i connotati.
CASA SIGHICELLI
Filippo Sighicelli nacque in una modestissima casa che sorge in via Vilzacara, nella parte più antica del paese, il 9 aprile 1688. Insigne violinista capostipite di una stirpe di valenti musicisti, che attraverso i secoli, hanno esaltato l’arte modenese in Italia e all’estero. Il giovane Filippo proveniente da una modesta famiglia, crebbe alla corte dei Boschetti: la sonorità del suono che ottenne con il violino gli valse ancora giovanissimo le attenzioni e la benevolenza della corte estense. Nel 1719 gli venne data la nomina di “Capo istrumento di ballo”. Morì a Modena nel 1731 ed è sepolto nella chiesa di San Biagio.
LAGHI SANT’ANNA
Questo sito rientra in uno dei 332 siti nazionali e dei 68 dell’Emilia Romagna con caratteristiche naturalistiche di questo tipo. Due gli habitat di interesse comunitario: il lago, caratterizzato dalla presenza di acque di falda superficiale ricche di vegetazione bentica (alghe tipo chara) e la foresta a galleria di Salici (Salix alba) e Pioppi (Populus alba e nigra).
Sono presenti numerose specie di uccelli e la fauna ittica annovera diverse specie tipiche delle acque dolci ferme.
VILLA BOSCHETTI
La villa, che fu la residenza dei conti Boschetti e che ora è proprietà comunale, è il risultato di successivi accorpamenti e modifiche avvenute a partire dal ’700. La parte più antica risale all’inizio del ’700 e corrisponde alla elegante facciata, mentre la parte più recente è quella che si affaccia sul giardino sorretta da imponenti arcate. Si collega alla villa un’ala ottocentesca con al centro una costruzione rotonda robusta chiamata “Caffè Haus”; un delizioso salottino dove i conti prendevano riposo durante le soleggiate giornate estive.
Al piano terra il bel cortile quadrangolare, mantenuto così fin dalle origini, offre un’ottima acustica e per questo motivo è sede di numerosi spettacoli musicali e teatrali. Le sale del piano terra con begli affreschi sulle pareti (stemmi, fiaccole, strumenti musicali, fasci di grano, scene di caccia, ecc.) vengono ora utilizzate per mostre ed esposizioni.
Salendo un grandioso scalone con una balaustra originale in terracotta si accede al piano nobile che ora è occupato (nell’ala destra) dalla biblioteca comunale, mentre l’ala sinistra è in attesa di restauro. Le sale ampie, luminose, dai soffitti preziosamente affrescati uniscono la moderna funzionalità al prestigio di un palazzo nobiliare. Alle sale di lettura e consultazione si affiancano quelle per le audizioni e per la visione di videocassette. L’ambiente è assiduamente frequentato da ragazzi e adulti che qui trovano lo spazio giusto per arricchirsi culturalmente e socialmente.Leggi di più...
Le origini risalgono all’anno 825 quando la vasta “Selva di Vilzacara” (antico toponimo di San Cesario sul Panaro) venne donata all’Abbazia di Nonantola dall’imperatore Lotario. Nell’anno 945 il Marchese Berengario, poi Re d’Italia, destinò il territorio sancesarese a coltivazione ed eresse un Castello o Borgo con molti edifici e una cappella in onore di San Cesario, che fu scelto come celeste patrono. La contessa Matilde di Canossa, con un importante atto del 1112, fece sì che la corte e selva di Vilzacara fosse sottratta ai monaci nonantolani per passare in gestione alla chiesa locale, dedicata al martire Cesario (è per questo motivo che dopo l’anno mille scomparve gradualmente il toponimo “Wilzacara” sostituito da San Cesario, anche se si ritiene che la località Vilzacara fosse in diverso luogo, sebbene non lontano); nella chiesa introdusse i canonici regolari provenienti da Modena, ai quali fece un donazione corposa. In seguito la corte e la chiesa di San Cesario verranno affidati ai monaci benedettini di San Benedetto Po (vicino a Mantova) che a loro volta le cederanno al monastero dì San Pietro in Modena.
BASILICA
La basilica di San Cesario è una delle più antiche e prestigiose chiese in stile romanico dell’Emilia-Romagna. Fu costruita nel X secolo sui resti di un preesistente luogo di culto di cui vennero riutilizzati dei materiali, e fu dedicata al culto del martire Cesario del quale si conserva una preziosa reliquia.
L’edificio, in mattoni, presenta una architettura semplice e solenne; la facciata a salienti abbellita da una elegante bifora, le fiancate con le strette monofore ed una armoniosa decorazione geometrica, le arcatelle cieche, le possenti absidi dimostrano come anche nei cosiddetti secoli bui del Medioevo e pur in assenza di materiali pregiati, si riuscisse a creare un’opera che suscita ancor oggi ammirazione e stupore. Risale all’anno 1544 la costruzione del campanile, sulla navata nord, dono di Susanna Pico della Mirandola, vedova del conte Roberto Boschetti.
L’interno è maestoso e suggestivo: le colonne sono sormontate da magnifici capitelli scolpiti con grande varietà di motivi ornamentali. Il bel soffitto ligneo a capriate comunica un senso di calore e di armonia. Colonne, archi e capitelli sono stati rimessi alla luce dopo che, nel corso del secolo XVII, la chiesa aveva subito pesanti interventi che ne avevano profondamente alterato i connotati.
CASA SIGHICELLI
Filippo Sighicelli nacque in una modestissima casa che sorge in via Vilzacara, nella parte più antica del paese, il 9 aprile 1688. Insigne violinista capostipite di una stirpe di valenti musicisti, che attraverso i secoli, hanno esaltato l’arte modenese in Italia e all’estero. Il giovane Filippo proveniente da una modesta famiglia, crebbe alla corte dei Boschetti: la sonorità del suono che ottenne con il violino gli valse ancora giovanissimo le attenzioni e la benevolenza della corte estense. Nel 1719 gli venne data la nomina di “Capo istrumento di ballo”. Morì a Modena nel 1731 ed è sepolto nella chiesa di San Biagio.
LAGHI SANT’ANNA
Questo sito rientra in uno dei 332 siti nazionali e dei 68 dell’Emilia Romagna con caratteristiche naturalistiche di questo tipo. Due gli habitat di interesse comunitario: il lago, caratterizzato dalla presenza di acque di falda superficiale ricche di vegetazione bentica (alghe tipo chara) e la foresta a galleria di Salici (Salix alba) e Pioppi (Populus alba e nigra).
Sono presenti numerose specie di uccelli e la fauna ittica annovera diverse specie tipiche delle acque dolci ferme.
VILLA BOSCHETTI
La villa, che fu la residenza dei conti Boschetti e che ora è proprietà comunale, è il risultato di successivi accorpamenti e modifiche avvenute a partire dal ’700. La parte più antica risale all’inizio del ’700 e corrisponde alla elegante facciata, mentre la parte più recente è quella che si affaccia sul giardino sorretta da imponenti arcate. Si collega alla villa un’ala ottocentesca con al centro una costruzione rotonda robusta chiamata “Caffè Haus”; un delizioso salottino dove i conti prendevano riposo durante le soleggiate giornate estive.
Al piano terra il bel cortile quadrangolare, mantenuto così fin dalle origini, offre un’ottima acustica e per questo motivo è sede di numerosi spettacoli musicali e teatrali. Le sale del piano terra con begli affreschi sulle pareti (stemmi, fiaccole, strumenti musicali, fasci di grano, scene di caccia, ecc.) vengono ora utilizzate per mostre ed esposizioni.
Salendo un grandioso scalone con una balaustra originale in terracotta si accede al piano nobile che ora è occupato (nell’ala destra) dalla biblioteca comunale, mentre l’ala sinistra è in attesa di restauro. Le sale ampie, luminose, dai soffitti preziosamente affrescati uniscono la moderna funzionalità al prestigio di un palazzo nobiliare. Alle sale di lettura e consultazione si affiancano quelle per le audizioni e per la visione di videocassette. L’ambiente è assiduamente frequentato da ragazzi e adulti che qui trovano lo spazio giusto per arricchirsi culturalmente e socialmente.