FINALE EMILIA
Comprende le frazioni di Massa Finalese, Reno Finalese, Casumaro, Canaletto e Casoni.
Finale deriva dall’espressione “Locus finalis”, che significa luogo di confine. Il nome è in relazione con la sua posizione che anche anticamente era posta al confine tra il Ducato di Modena e lo Stato pontificio.
Fu possedimento dell’Abbazia di Nonantola e le prime fonti storiche fanno risalire la sua origine all’anno 1009. Fu fortificata nel Medioevo dal padre di Matilde di Canossa che costruì il mastio del castello e dal XII secolo seguì sempre le sorti di Modena di cui fu il “Finale Fedelissimo”.
Fu uno dei principali avamposti del ducato Estense, tappa obbligata delle comunicazioni fluviali tra Modena, Ferrara e Venezia. Fu vera città d’acqua: disponeva infatti di mulini, opifici, di un porto e di un arsenale. Fiorente centro di commerci, ebbe il suo massimo sviluppo nel XVIII secolo.
La cittadina è stata duramente colpita dal terremoto del 2012 che ha gravemente danneggiato il centro storico e molti monumenti, tra cui la Torre dei Modenesi, la Rocca Estense, il Duomo e numerose chiese.
DA VEDERE
ROCCA ESTENSE
Nota anche come “Castello delle Rocche” rappresenta un gioiello dell’architettura militare del XV secolo. Tuttavia, alcune sue parti risalgono ad un’epoca più antica, al XIII secolo.
Imponente è la struttura risalente al 1402, presenta un corpo quadrilatero munito di torri, che racchiude il cortile con triplice loggiato. Gravemente danneggiata dal sisma del 2012, è solo in parte visitabile.
LA STORIA: VICENDE E VICISITTUDINI DI UNA ZONA DI CONFINE
Il territorio finalese costituisce da sempre una zona di confine con una storia che si perde nella notte dei tempi: i primi insediamenti urbani di cui si hanno testimonianze risalgono all’Età del Bronzo. L’aspetto strategico che riveste il territorio finalese era già ben noto ai tempi dei Romani che vi si insediarono fra il II e il IV secolo fondando forse quella Forum Alieni menzionata da Tacito nelle sue Historiae. Il primo documento ufficiale in cui si fa esplicita menzione a Finale risale al 1009, in particolare il documento cita il castello finalese menzionato come oggetto di scambio fra il vescovo di Modena Varino e l’abate di Nonantola Rodolfo. Risale, comunque, al 1213 la nascita ufficiale dell’abitato finalese cioè quando gli abitanti di Ponteduce, durante la guerra fra Salinguerra Torelli e il marchese Aldobrandino d’Este, si unirono ai militari di stanza al Castrum finalis, determinando in seguito, l’ampliamento dell’abitato e la fondazione del Comune di Finale, che trovò espressione concreta nell’innalzamento della Torre del Popolo di Modena o Torre dell’Orologio. Dalla fine del XIII secolo le sorti di Finale si legano indissolubilmente a quelle di Modena che in questo periodo passa sotto il dominio degli Estensi.
Alla fine del XV secolo cominciò a svilupparsi il nucleo civile ed economico del paese includendo piccole fabbriche artigianali dedite principalmente alla lavorazione della lana, del cuoio e del vetro. Nella prima metà del XVI secolo il duca Ercole II d’Este, su richiesta degli stessi finalesi, fece abbattere le mura cittadine in modo da dare maggiore spazio alle locali attività industriali. Nel 1598 il duca Cesare d’Este, costretto a cedere Ferrara al Papa, si rifugiò a Finale, che, grazie all’ospitalità dimostrata ricevette il titolo di Finale Fedelissimo.