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FIORANO MODENESE

FIORANO MODENESE
Immerso nel cuore del distretto ceramico, Fiorano (17.000 abitanti circa) già da lontano accoglie il visitatore con le cupole del Santuario barocco posto a protezione dell’antico borgo adagiato sulla collina.
Paese cresciuto lungo l’antica Via Claudia, ricco di storiche ville di campagna e chiese, dove il rombo dei motori della Pista di Fiorano giunge tra le mura del Castello di Spezzano a poca distanza dal ribollire delle antiche Salse di Nirano. Terra ricca di argille, saperi e creatività che, in passato come oggi, creano il distretto industriale modenese-reggiano raccontato nel Museo della ceramica di Fiorano.


DA VEDERE
CASTELLO DI SPEZZANO
Palazzo rinascimentale immerso nel verde della prima collina, sede del Museo della ceramica di Fiorano e dell’Acetaia comunale. Il castello di Spezzano, di origine medievale, fu trasformato dalla famiglia dei Pio di Savoia, a partire dal 1529, in palazzo nobiliare con corte porticata rinascimentale, elegante residenza di campagna destinata ad accogliere piacevolmente gli ospiti nei terreni di caccia del feudo. E’ sede del Museo della ceramica di Fiorano che occupa gli spazi del piano nobile e i sotterranei del castello. Di particolare pregio la Sala delle Vedute, affrescata intorno al 1596 da Cesare Baglione, pittore di corte dei signori Farnese di Parma, che ritrae i domini di Marco III Pio di Savoia e della moglie Clelia Farnese; un ciclo affrescato di 57 vedute di castelli, torri e borghi, dalla pianura alla montagna, dello Stato di Sassuolo, suddiviso in cinque podesterie: Sassuolo, Spezzano, Formigine, Brandola, Soliera.

MUSEO DELLA CERAMICA
Il Museo della Ceramica di Fiorano, istituito nel 1996 e con sede nel Castello di Spezzano, è un museo tecnologico che racconta la storia della produzione della ceramica nel territorio che costituisce oggi il distretto industriale modenese-reggiano.
Una lunga storia che affonda le radici nel neolitico, si sviluppa e consolida nella seconda metà del Novecento ed è aperta alle sfide del futuro.
A fianco di reperti archeologici, opere in ceramica e piastrelle, il museo espone riproduzioni di manufatti, strumenti del ceramista e fornaci per la cottura della ceramica, ricostruiti con le tecniche dell’archeologia sperimentale; completa il percorso museale il laboratorio della ceramica.

ORATORIO DI SAN ROCCO
Sorse come ex voto per la scampata peste del 1501, nella prima metà del Seicento e per breve tempo fu sede dell’unica comunità monastica del territorio di Fiorano. L’edificio venne riedificato nel Settecento e nei primi anni del Novecento ricostruito ex novo, su modello del precedente, poco lontano dall’antica costruzione. Si conservano alcune opere di pregio all’interno dell’attuale oratorio: l’altare in scagliola con il tabernacolo dotato di uno sportello dipinto con “Cristo risorto” opera di Louis De la Forest e la pala d’altare di pittore bolognese, della prima metà del XVIII secolo, rappresentante la “Madonna con il Bambino in gloria, San Rocco e Sant’Antonio Abate”.


SALSE DI NIRANO
È il più importante complesso di “salse” della regione Emilia Romagna. I piccoli vulcani disseminati sul terreno arido e argilloso conferiscono all’ambiente circostante un aspetto lunare. Le Salse consistono in emissioni di fango freddo e salato che fuoriescono da piccoli vulcani a forma di cono, con piccoli crateri, da cui ribolliscono gas sotterranei e sostanze bituminose che danno origine a caratteristiche “colate” di fango. Questo fenomeno è legato alla presenza, negli strati profondi del terreno, di giacimenti di idrocarburi originati dalla decomposizione anaerobica di resti organici animali. Questi emergono in superficie sotto la pressione di gas sotterranei che risalgono attraverso profonde crepe nel terreno. “Barboj” è il termine in dialetto modenese che riproduce l’incessante borbottio proveniente dai vulcani.

SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE
DEL CASTELLO
La costruzione del Santuario fu iniziata nel 1634 come voto dei Fioranesi per essere stati risparmiati dalla peste. Il progetto architettonico si deve a Bartolomeo Avanzini.  La miracolosa integrità dell’immagine della Madonna, originariamente dipinta sull’arcata del portale d’ingresso, e poi scampata a numerose calamità, ha favorito la nascita del Santuario. Un intervento del 1932 ha mutato radicalmente, nell’interno, il progetto originario, mentre l’esterno è stato definitivamente compiuto solo nel 1889. Il Santuario è in stile barocco con interno a pianta a croce.
 
TOMBA DI CIRO MENOTTI
Il monumento funerario, situato nella chiesa di Spezzano, fu completato nel 1929 dagli artisti Bisetti e Lazzaretti. La cappella, in stile rinascimentale, è rivestita di marmi policromi con gli stemmi dei comuni di Carpi, Modena e Fiorano, dove Menotti nacque, visse e morì e dove riposa. Il sarcofago è sormontato da un medaglione in bronzo dello scultore Ivo Soli con l’immagine del patriota e l’epigrafe commemorativa. Una lampada votiva in ferro battuto illumina la cappella racchiusa dai cancelli con i simboli della gloria e del martirio. I resti di Menotti e famiglia riposano nel loculo sotto il pavimento.

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