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BASTIGLIA
Bastiglia è un comune di 4.200 abitanti circa appartenente all’Unione dei comuni del Sorbara.
Situata a 12 km a nord da Modena, tra i fiumi Secchia e Panaro, Bastiglia è stata duramente colpita da due eventi catastrofici: il terremoto del 2012 e l’alluvione del 2014. A seguito di questi eventi, molti edifici, anche di rilievo storico, sono inagibili in attesa di riapertura.
Le origini storiche del paese risalgono all’anno Mille (950-1115) quando, nell’antico territorio di San Clemente, regnava il nobile casato dei conti Cesi di Modena.
Petrus de Zesis aveva la propria residenza stabile in un castello circondato da una vasta corte nei pressi della Cappella di San Clemente, nonchè la proprietà di tutto il territorio a levante del canale Naviglio, compreso quello che del futuro Borgo della Bastia. Queste due località fino alla seconda metà del 1400 ebbero la denominazione di “Sancte Clementis De Cesis” e “Bastia De Cesis” di cui restano i toponimi odierni “San Clemente” e “Bastiglia”. Il casato si estinse nell’anno 1838. Nella seconda metà del XIV secolo il fiume Panaro fu immesso nel canale Naviglio e furono edificati i Borghi della Bastia e di Buonporto, adibiti a luoghi di guardia, riparo e deposito, pesca e anche di culto presso la cappella dedicata a san Nicola di Mira, protettore dei naviganti.
MUSEO DELLA CIVILTà CONTADINA
(Attualmente chiuso)
Il museo è suddiviso in sale dedicate ad argomenti diversi e contiene circa duemila reperti.
Nelle ricostruzioni ambientali del museo si trovano il telaio per la tessitura delle stoffe e la segatrice per foraggi “reinventata” ai fini della mietitura; la trappola per piccoli animali costruita con una grattugia da cucina e il banco da lavoro del calzolaio completo di ogni attrezzo o l’acchiappamosche in vetro; il girello in legno e i giocattoli costruiti in casa per i bambini, fino alle grandi attrezzature, conservate al Padiglione delle macchine agricole. Tra queste spiccano, per la sua storia, il prototipo della Fiat 60R, trattrice del 1940-41, sepolta a Baggiovara per evitarne la razzia da parte delle truppe naziste e recuperata nel maggio del 1945 e la trebbiatrice “Carra”, alla quale sono accoppiate le altre macchine agricole utili al suo funzionamento e a completare il ciclo delle operazioni della trebbiatura.
All’interno del Museo, molto suggestiva per il visitatore è la sala espositiva che evoca il focolare domestico e che raccoglie utensili, ceramiche da mensa e da fuoco, una collezione di ferri da stiro e arredi come la “panareina”. La sala ha al centro un vero camino e la tavola, attorno ai quali si riuniva la famiglia contadina.
SANTUARIO DI SAN CLEMENTE
E’ la chiesa parrocchiale del paese. L’interno è in stile barocco con preziose tele. Interessanti anche gli altari. L’affresco della Vergine risale al XV secolo. Attualmente in fase di restauro.
Situata a 12 km a nord da Modena, tra i fiumi Secchia e Panaro, Bastiglia è stata duramente colpita da due eventi catastrofici: il terremoto del 2012 e l’alluvione del 2014. A seguito di questi eventi, molti edifici, anche di rilievo storico, sono inagibili in attesa di riapertura.
Le origini storiche del paese risalgono all’anno Mille (950-1115) quando, nell’antico territorio di San Clemente, regnava il nobile casato dei conti Cesi di Modena.
Petrus de Zesis aveva la propria residenza stabile in un castello circondato da una vasta corte nei pressi della Cappella di San Clemente, nonchè la proprietà di tutto il territorio a levante del canale Naviglio, compreso quello che del futuro Borgo della Bastia. Queste due località fino alla seconda metà del 1400 ebbero la denominazione di “Sancte Clementis De Cesis” e “Bastia De Cesis” di cui restano i toponimi odierni “San Clemente” e “Bastiglia”. Il casato si estinse nell’anno 1838. Nella seconda metà del XIV secolo il fiume Panaro fu immesso nel canale Naviglio e furono edificati i Borghi della Bastia e di Buonporto, adibiti a luoghi di guardia, riparo e deposito, pesca e anche di culto presso la cappella dedicata a san Nicola di Mira, protettore dei naviganti.
MUSEO DELLA CIVILTà CONTADINA
(Attualmente chiuso)
Il museo è suddiviso in sale dedicate ad argomenti diversi e contiene circa duemila reperti.
Nelle ricostruzioni ambientali del museo si trovano il telaio per la tessitura delle stoffe e la segatrice per foraggi “reinventata” ai fini della mietitura; la trappola per piccoli animali costruita con una grattugia da cucina e il banco da lavoro del calzolaio completo di ogni attrezzo o l’acchiappamosche in vetro; il girello in legno e i giocattoli costruiti in casa per i bambini, fino alle grandi attrezzature, conservate al Padiglione delle macchine agricole. Tra queste spiccano, per la sua storia, il prototipo della Fiat 60R, trattrice del 1940-41, sepolta a Baggiovara per evitarne la razzia da parte delle truppe naziste e recuperata nel maggio del 1945 e la trebbiatrice “Carra”, alla quale sono accoppiate le altre macchine agricole utili al suo funzionamento e a completare il ciclo delle operazioni della trebbiatura.
All’interno del Museo, molto suggestiva per il visitatore è la sala espositiva che evoca il focolare domestico e che raccoglie utensili, ceramiche da mensa e da fuoco, una collezione di ferri da stiro e arredi come la “panareina”. La sala ha al centro un vero camino e la tavola, attorno ai quali si riuniva la famiglia contadina.
SANTUARIO DI SAN CLEMENTE
E’ la chiesa parrocchiale del paese. L’interno è in stile barocco con preziose tele. Interessanti anche gli altari. L’affresco della Vergine risale al XV secolo. Attualmente in fase di restauro.