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CALDERARA DI RENO

CALDERARA DI RENO

Calderara di Reno si estende in un’area pianeggiante che costeggia il fiume Reno a nord-ovest di Bologna, confinante con Anzola dell’Emilia, Sala Bolognese e Castel Maggiore. Fa parte dell’Unione dei comuni Terre d’Acqua ed è popolata da 13.260 abitanti, che toccano  le frazioni di Bargellino, Castel Campeggi, Lippo, Longara,  Sacerno e Tavernelle. Il suo nome trae origine dalla nobile famiglia Ubaldini, detta Calderini, che tenne il feudo nel XIII secolo, poi  rinominata Fundus Calderius nell’alto medioevo, e conosciuta come Curte Calderaria sotto il sistema feudale, con una sede amministrativa fortificata detta Tomba Magna. Il  territorio calderarese incarna una doppia anima, agricola e industriale. Storicamente legato alla terra,  aderisce all’associazione “Città del Vino” con la produzione dell’eccellente Reno  Montuni  DOC. Al contempo e’ un piccolo grande polo artigianale e  industriale, con aziende leader quali Datalogic, Bonfiglioli Riduttori, Calzoni e Italeri, unanimemente riconosciute anche a livello internazionale.

CIPPO DI SACERNO Nel 43 a.C.  la leggenda ha fatto tappa a  Sacerno , indicata come il luogo dove, alla morte di GiulioCesare, i tre generali Ottaviano Augusto, Marco Antonio e Marco Emilio Lepido si spartirono il mondo romano dando vita al Secondo Triumvirato. Il cippo fu eretto  nel XVI secolo dai Servi di Maria, proprietari dei terreni, per celebrare l’importanza del luogo. Il sito, recentemente restaurato, si trova  lungo gli argini del torrente Lavino.  Sacerno, denominata un tempo Mezzomondo, affonda le radici nel XVI secolo, quando la località era chiamata San Chierno, toponimo che deriverebbe dal celtico Kernunnos, dio cornuto associato al corso dei fiumi e al centro del mondo. 

CHIESA DI S. ELENA E ROTONDA La Chiesa di S. Elena vanta radici molto antiche e,  secondo la tradizione , S. Tertulliano avrebbe fondato nel 470 un monastero con accanto un oratorio costruito nelle forme del Santo Sepolcro. La dedicazione della chiesa a S. Elena, non comune  nel bolognese, deriverebbe dalla volontà di onorare la memoria  della madre  dell’imperatore Costantino  che volle diffondere il culto  della croce di Cristo, e del Santo Sepolcro, culto che trovò molti proseliti in quel lontano periodo. Nel monastero di Sacerno ebbero sede dapprima monaci agostiniani e poi  i benedettini, tra l’VIII e il IX secolo; infine vennero i “Servi di Maria nel 1297. Dal 1633 la Chiesa, fino ad allora affidata ai frati serviti,  fu elevata a parrocchia,  sotto la cura di sacerdoti secolari. Singolare è la storia della “Rotonda”, antico tempietto a cupola, probabilmente costruito dai benedettini, che sta alla base del campanile romanico.

VILLE STORICHE  Interessanti aggregazioni di ville ed edifici rurali si trovano a Longara e a San Vitale con Villa Tanara (XVII sec.) e Villa Donini, con il nucleo originario ampliato nel 1870 e l’attiguo parco progettato nel 1878  dal Conte piemontese di Sambuy. All’interno affreschi ad opera di Samoggia e Guardassoni, raffiguranti figure mitologiche, la vita dei campi e lo spirito d’iniziativa della famiglia Donini, impegnata nel commercio della canapa.  A Tavernelle Emilia si puo’ osservare la decadente Villa Paleotti Spalletti,  il cui retro si affaccia su via Persicetana. Edificata nel XVIII secolo insieme con un oratorio dai Paleotti, famiglia di grande prestigio e fortuna a quell’epoca, passò nel 1682 ai famosi commercianti Zagnoni, i quali, nel prato antistante organizzavano un’importante fiera dal 12 al 14 settembre. Nel 1827 il complesso venne acquistato dai conti Spalletti che, dopo una lunga interruzione, ripresero la famosa usanza della fiera. 

CHIESA DI SAN VITALE  Le fonti storiche riferiscono che il luogo di San Vitale di Reno “fin dal secolo VIII fu sede di un monastero dell’ordine benedettino”. A San Vitale di Reno si susseguirono nel tempo almeno quattro o cinque edifici sacri di rilievo: una chiesa conventuale di San Vitale, in località Castellaccio; e non meno di tre versioni successive della parrocchiale di Santa Maria di Castellaccio detta poi San Vitale. Il nome San Vitale “di Reno” serviva a distinguerla dai Ss. Vitale e Agricola in città, parrocchia e anche monastero di suore benedettine. Nel lato nord della chiesa, in corrispondenza della zona absidale, si innesta il volume dell’oratorio di San Gaetano al quale la chiesa è internamente collegata. La semplice facciata a capanna è incorniciata nei colori tipici delle chiese bolognesi del foraneo, con lesene in giallo marte su campi in rosso mattone. L’interno neoclassico presenta l’abside affrescato e decorato a motivi floreali. Fu residenza estiva del Cardinale Lambertini , futuro Papa Benedetto XIV.

GOLENA DI SAN VITALE L’area di riequilibrio ecologico, esteso su una superficie di 50 ettari, è stata ricavata all’interno delle arginature del fiume Reno ed è costituita prevalentemente da un’ampia zona golenale dove si può ancora rinvenire il fitto bosco idrofilo che un tempo affiancava i corsi d’acqua di pianura. A partire dagli anni ’70 la golena è stata lasciata quasi indisturbata e si è così avviato un processo di rinaturalizzazione spontanea. A questo si sono affiancati specifici interventi di rinaturalizzazione, in particolare la ricostituzione di siepi, boschetti e di zone umide. In quest’area si possono osservare habitat e specie boschive un tempo diffuse e oggi divenute molto rare. La sua vicinanza con il fiume, che esercita la funzione di corridoio ecologico, ha facilitato la colonizzazione da parte di molte specie e ne favorisce oggi gli spostamenti e la diffusione nel territorio circostante.

MUSEO ARCHEOLOGICO AMBIENTALE Ospitato all’interno del centro civico “Spazio Reno”,  l’esposizione raccoglie numerose testimonianze archeologiche di epoca romana provenienti dal territorio calderarese . L’allestimento, inserito in uno scenario suggestivo che ricostruisce l’interno di un edificio rustico, offre al visitatore la possibilità di fare un tuffo nel passato e di ritrovarsi in un contesto di vita quotidiana di età romana.  Da un punto di vista espositivo, particolare cura è dedicata al le tipologie abitative, al le tecniche edilizie, alle attività produttive e agli oggetti di vita quotidiana. Numerosi i materiali di uso domestico, anche di notevoli dimensioni, resti dell’antica pavimentazione e materiali utilizzati per la costruzione degli ambienti dell’edificio rustico rinvenuto durante le indagini archeologiche condotte nelle Cave Nord a Lippo . Ampio rilievo viene riservato all’aspetto ambientale che, attraverso l’indagine del paesaggio vegetale antico, dell’agricoltura e dell’alimentazione, permette di comprendere il rapporto fra uomo e territorio nel corso dei secoli.


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