PIANELLO VAL TIDONE
Frequentata località di villeggiatura e zona di ritrovamenti archeologici.
Meritano una visita la Chiesa di S. Maurizio, la Rocca, oggi sede degli uffici comunali e il Museo Archeologico della Val Tidone.
Nei dintorni, la possente Rocca d’Olgisio e resti di fortificazioni nelle località di Arcello, Castellaro, Fontanese ben conferiscono l'idea di come un tempo il territorio si caratterizzasse come importante avamposto per le famiglie nobiliari medioevali.
Il Lago di Trebecco, Diga del Molato in Alta Val Tidone
La Diga del Molato fu commissionata dal Consorzio di bonifica della Val Tidone e costruita a partire dal 1921 lungo il torrente Tidone ai piedi del Monte Bissolo, sulle cui pendici si trova Trebecco.
Fu ideata per regolare il deflusso delle acque (difendendo la campagna a valle dalle rovinose piene del torrente) allo scopo di formare una riserva per l'irrigazione e per produrre 30 milioni di kWh all'anno, sfruttando le condizioni altimetriche e utilizzando l'acqua in tre stazioni generatrici.
Il bacino artificiale venne chiamato ''Lago di Trebecco'' poiché all'epoca della costruzione, e fino al 1928, l'area su cui sorse faceva parte del territorio comunale di Trebecco; dopo l'unificazione territoriale, entrò comunemente in uso la denominazione di ''Lago del Molato''. La costruzione della diga fu un lavoro molto faticoso: numerose operazioni venivano eseguite manualmente, la ghiaia ed il cemento venivano trasportati da Caminata alla diga con dei carretti. L'opera terminò nel 1928. Il bacino è lungo due chilometri e mezzo e per un tratto penetra nel territorio pavese di Zavattarello; nel punto di maggiore ampiezza è largo 750 metri. Lungo il corso del fiume Tidone è ancora oggi possibile vedere molti antichi mulini a testimonianza dell'importante ruolo che l'attività molitoria ha avuto nei secoli passati nella media e alta Val Tidone.
rocca d'olgisio
La Rocca d'Olgisio è posta su di una rupe scoscesa a cavallo tra la val Tidone e la Val Chiarone a 564 m di altezza, che in questa zona di non elevati rilievi permette una vista panoramica sulla pianura Padana. Le prime notizie che ci sono pervenute risalgono al1037 quando divenne proprietà dei monaci di San Savino. Nel 1378 ne entrarono in possesso i Dal Verme, che lo mantennero fino all'estinzione della famiglia. Gli attuali proprietari, la famiglia Bengalli, ha provveduto alla ristrutturazione e ora il castello è visitabile. Sei cinte murarie circondano il complesso di fabbricati di epoche diverse a cui si accede attraverso due ingressi. All'interno possiamo vedere il mastio, l'oratorio, il pozzo, saloni affrescati e un loggiato cinquecentesco, all'esterno alcune grotte legate ad avvenimenti leggendari e sacri: la grotta delle sante (Faustina e Liberata) dei coscritti e del cipresso.