TIZZANO VAL PARMA

Comune di 2 077 abitanti ad 800 mt. di altitudine
Il castello dell’Innamorato Incantevole nido d’amore voluto dal nobile Pier Maria Rossi a metà del ‘400 per l’amante Bianca Pellegrini e superba scenografia dell’amore cinematografico del capitano Navarre per la sua Lady Hawke, il Castello di Torrechiara adagiato su dolci colli ricamati a vigneti è un’apparizione di incredibile suggestione per chi da Parma risale l’antica “valle del prosciutto” e una perla di raro valore artistico, perfetta unione tra Medioevo e Rinascimento.Pier Maria Rossi, conte di Berceto, marchese di San Secondo, è certamente uno dei personaggi più interessanti del ‘400, spesso paragonato a Lorenzo il Magnifico. Alle doti del valente condottiero militare unisce quelle del fine umanista e colto intellettuale, ama la musica e la poesia, conosce le scienze astrologiche, matematiche ed architettoniche: è lui stesso il probabile artefice del complesso progetto del maniero di Torrechiara. Nelle sua lunga frequentazione della corte milanese raccoglie i successi militari di capitano al servizio prima dei Visconti e poi degli Sforza, ma non riesce a sfuggire al dardo fatale di Cupido! Conosce qui infatti la nobile Bianca Pellegrini e i due si innamorano perdutamente: sono entrambi giovani, bellissimi, raffinati e...sposati! Ma come era consuetudine in passato, raramente in ambito nobiliare ‘matrimonio’ e ‘amore’ coincidevano. E la distanza tra queste due espressioni nella nostra storia, fortunatamente e con buona pace dei rispettivi consorti, non causò tragedie in stile dantesco, incrementò invece il fiorire di dimore e rocche ad opera di Pier Maria Rossi: mentre la residenza ufficiale della moglie rimarrà il castello di San Secondo, in onore dell’amata Bianca il nobile Pier Maria costruisce il castello di Roccabianca, nei suoi possedimenti della bassa parmense, e soprattutto lo spettacolare Castello di Torrechiara, dove i due amanti vivranno la loro folgorante passione amorosa fino alla fine dei giorni. Questo gioiello dell’architettura militare diviene così possente e “gentile” al tempo stesso, combinando armoniosamente l’imponenza della struttura fortificata all’eleganza e alla ricercatezza delle forme tipica delle strutture residenziali: i beccatelli sottili e lunghissimi che ornano le torri angolari, snelle e leggere sulla base maschia della fortezza, dissimulano la loro utilità difensiva e si fanno ammirare per la loro astratta bellezza. L’interno offre al visitatore un tripudio di sale affrescate, tra le quali la splendida Camera d’Oro considerata una delle più alte espressioni pittoriche del gotico internazionale in Italia: la stanza celebra il trionfo dell’amore dei due giovani signori del luogo, ma anche il prestigio della famiglia Rossi nel parmense, attraverso il viaggio immaginario di Bianca, “pellegrina” per amore, tra i vasti possedimenti e le terre del feudo. Questo mirabile capolavoro attribuito a Benedetto Bembo, documento iconografico prezioso per la precisa e minuziosa descrizione “al vero” dei castelli e del territorio, avvolge e coinvolge il visitatore in un susseguirsi dinamico quasi ‘cinematografico’ di scene, dove la protagonista avanza con soave leggiadria tra le balze appenniniche, sotto un sole che trapunta di fiammeggianti raggi dorati il cielo patinato di cobalto. L’oro che ancora si coglie nel bagliore degli astri, nel fogliame e nei broccati degli abiti, rivestiva un tempo interamente le formelle di terracotta che ricamano la parte inferiore di tutte le pareti inondando di luce i visitatori della camera, la quale da ciò ha tratto il suo nome. Il ricordo di quella magia è adesso solo evocato nelle sobrie e “nude” formelle rosse, dove spiccano i due cuori di Bianca e Pier Maria avvinghiati in un abbraccio “digne et in eternum”. Di altissima qualità anche gli affreschi degli altri ambienti di rappresentanza del maniero, molti dei quali realizzati da Cesare Baglione e la sua scuola: le sale di Giove, degli Angeli, dei Paesaggi, il salone degli stemmi e il magnifico salone degli acrobati. L’intero complesso, che avvicenda a queste preziosissime sale suggestivi ambienti di servizio quali le cucine e le scuderie, è distribuito su due piani attorno prestigioso Cortile d’Onore, oggi teatro di importanti spettacoli ed eventi estivi. La struttura castellana è dotata di un ampio ed interessante sistema sotterraneo di segrete, aperte alle visite in alcune straordinarie occasioni; i recenti restauri hanno inoltre reso nuovamente fruibili gli originari e panoramici camminamenti di ronda. Il castello è oggi monumento nazionale, tutelato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Da non perdere, all’interno delle possenti mura fortificate che circondano la rocca, una passeggiata tra le case del delizioso borgo medioevale, che conserva intatto l’impianto costruttivo originale dell’antico abitato annesso al castello.
Museo Del Risorgimento Faustino TanaraLa magnifica Galleria d’accesso del Centro Culturale di Langhirano accoglie oggi il Visitatore con la preziosa collezione del MUSEO DEL RISORGIMENTO FAUSTINO TANARA, dedicato al valente patriota e colonnello garibaldino langhiranese. Il fondo Tanara conserva cimeli risorgimentali, documenti e lettere legati alla figura di Faustino Tanara, all’appassionata tradizione repubblicana locale e alla Fratellanza Artigiana Langhiranese fondata da Tanara e presieduta da Giuseppe Garibaldi. Il corpusprincipale della raccolta è costituito dalla ricca corrispondenza tra il colonnello e i principali protagonisti del movimento risorgimentale italiano, Garibaldi e Mazzini in primis, insieme ad un fitto scambio epistolare tra il combattente Faustino e la moglie, di grande suggestione e insieme di notevole interesse storico-documentale.
La Leggenda di Langhirano: “La Principessa di Matalidulo” C’era una volta, su una collina che si affacciava su un lago, il castellano di Matalidulo. Egli aveva una figlia giovane e bella, che amava la natura, le passeggiate nei boschi e… vicino al lago ai piedi della collina.
Ma il padre non permetteva che si allontanasse dal castello e faceva buona guardia.
Un giorno arrivò un Principe che voleva sposare la principessa di Matalidulo.
Fu grande festa al castello. Si organizzarono pranzi, giochi e battute di caccia.
Anche alla Principessa fu concesso di uscire dai cortili con il promesso sposo; insieme galopparono nei boschi e si fermarono vicino al lago.
La Principessa, felice, volle raccogliere i fiori che crescevano sulla sponda.
Scese da cavallo ma, avvicinatasi troppo alle acque, scivolò e cadde nel lago.
Il Principe tentò di salvarla, ma non riuscì ad afferrarla…
La Principessa sparì sott’acqua.
Il castellano fece prosciugare il lago, ma della figlia non si trovò traccia. Si trovò invece, una rana… una rana dai grandi occhi azzurri, come quelli della Principessa…
Dove c’era il lago crebbero erbe, piante, arbusti.
Alcuni pastori lì costruirono le loro capanne: fondarono un villaggio che si chiamò Lagorano, in ricordo del lago e di quella rana che era stata una Principessa.

