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VICENZA

VICENZA

Vicenza è un comune italiano di 111 620 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Veneto. Il capoluogo è meta di turismo culturale con flussi da ogni parte d'Italia e internazionali ed è soprannominato "la città del Palladio", dal nome dell'architetto che qui progettò la maggior parte delle sue opere nel tardo rinascimento. Costituendo una realizzazione artistica eccezionale per i numerosi contributi architettonici di Andrea Palladio, Vicenza è stata dichiarata Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Vicenza è una fra le più antiche città del Veneto, ma la sua storia anteriore alla dominazione romana è poco nota. Sembra che sia stata fondata dagli Euganei. Durante l'impero romano prosperò sotto Adriano. Fu devastata poi dai Barbari, ma risorse coi Goti e fiorì sotto i Longobardi e i Franchi. Nel 1001 divenne principato vescovile; mosse varie guerre alle città vicine dal XII al XIV secolo e cadde di signoria in signoria, finché nel 1404 si diede a Venezia. Il Cinquecento fu il suo secolo d'oro. Il Patriziato ricco, che già nel periodo del Rinascimento aveva cominciato ad edificare bei palazzi, nel secolo XVI arricchì la città di magnifici monumenti architettonici. Città di retrovie durante la prima guerra mondiale, soffrì bombardamenti aerei: la bandiera del Comune, già fregiata di medaglia d'oro nel 1848, ricevette le croci di guerra italiana e francese.

TEATRO OLIMPICO ,È una delle meraviglie artistiche di Vicenza. Nel 1580 il Palladio ha 72 anni quando riceve l’incarico dall’Accademia Olimpica, il consesso culturale di cui egli stesso fa parte, di approntare una sede teatrale stabile. Il progetto si ispira dichiaratamente ai teatri romani descritti da Vitruvio: una cavea gradinata ellittica, cinta da un colonnato, con statue sul fregio, fronteggiante un palcoscenico rettangolare e un maestoso proscenio su due ordini architettonici, aperto da tre arcate e ritmato da semicolonne, all’interno delle quali si trovano edicole e nicchie con statue e riquadri con bassorilievi. Il Palladio appronta il disegno pochi mesi prima della sua morte e non lo vedrà realizzato; sarà il figlio Silla a curarne l’esecuzione consegnando il teatro alla città nel 1583. La prima rappresentazione, è memorabile: la scelta ricade su una tragedia greca, l’Edipo Re di Sofocle. L’effetto è così ben riuscito che queste sovrastrutture lignee diventeranno parte integrante stabile del teatro. Sempre allo Scamozzi viene affidata anche la realizzazione degli ambienti accessori: l’Odeo, ovvero la sala dove avevano luogo le riunioni dell’Accademia, e l’Antiodeo, decorati nel Seicento con riquadri monocromi del valente pittore vicentino Francesco Maffei.

LA BASILICA PALLADIANA ,La Basilica, opera paradigmatica dell’architettura palladiana, si trova nel luogo più rappresentativo della città, piazza dei Signori, già luogo del foro romano e della platea medievale. Sul finire del Quattrocento si decise di cingere l’originaria costruzione gotica del Palazzo della Ragione, con un doppio ordine di logge che ne nobilitasse l’immagine.I lavori verranno affidati ad  Andrea Palladio,  giovane architetto, che con le sue conoscenze altolocate avrà ruolo determinante nel far accettare questa candidatura al consiglio comunale. È proprio il Palladio a coniare per l’edificio un nome coerente alle sue convinzoni: Basilica, come nell’antica Roma veniva chiamato il luogo dove si gestivano la politica e gli affari più importanti. A 38 anni il Palladio ottiene la prima importante commissione pubblica, che al di là del lauto e prolungato compenso (5 ducati al mese per tutta la vita), corrisponde alla consacrazione ufficiale come architetto della città di Vicenza. Perché l’incarico diventi operativo, tuttavia, dovrà aspettare altri tre anni.Il costo complessivo dell’opera, notevolissimo, fu di 60mila ducati. Quanto alle vicende più recenti della Basilica, vanno ricordati soprattutto gli effetti dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, che letteralmente sventrarono l’edificio. Negli ultimi cinquant’anni la Basilica è stata teatro di spettacoli ed anche di eventi sportivi, partite di pallacanestro, soprattutto, quando negli anni 60-70 le squadre vicentine femminili dominavano il campionato nazionale. In anni recenti è prevalsa la destinazione a spazio espositivo, ferma restando la tradizionale presenza delle botteghe al piano terreno. Dal 2010 ha aperto il Museo del Gioiello.

 MUSEO CIVICO È la più scenografica tra le residenze cittadine progettate dal Palladio, oggi sede del Museo Civico di Vicenza. Il museo si presenta come una delle maggiori raccolte d’arte del Veneto, con opere di primissimo piano. La Pinacoteca, in particolare, offre uno sguardo d’insieme sullo scenario artistico del Cinquecento, utilissimo per chiarire i rapporti tra le arti figurative e l’architettura dell’epoca. Di particolare interesse, innanzitutto, i pittori della cosiddetta “scuola vicentina“ del Rinascimento: il capostipite Bartolomeo Montagna, Giovanni
Buonconsiglio, Marcello Fogolino e Giovanni Speranza. Nel Gabinetto di stampe e disegni, infine, sono custoditi bozzetti e progetti autografi di Palladio, Scamozzi e Calderari.
 
MUSEO NATURALISTICO ARCHEOLOGICO ll Museo Naturalistico-Archeologico, allestito dal 1991 nel complesso dei chiostri di Santa Corona, è suddiviso in due sezioni: Naturalistica e Archeologica. La prima illustra soprattutto gli aspetti naturalistici dei colli Berici, mentre la seconda raccoglie le più significative evidenze archeologiche di Vicenza città e della sua provincia.
 
PALLADIO MUSEUM l Palladio Museum ospitato in una delle più belle dimore urbane palladiane, accompagna i visitatori in un viaggio emozionale nella vita di Andrea Palladio e del suo tempo, alla scoperta dei capolavori palladiani nel territorio veneto. Molto caratteristico è il colpo d’occhio in entrata, con una serie di serliane suggerite sia dall’esigenza di sostenere il salone soprastante con delle crociere sia di compensare la divergenza dei muri esistenti con impalcati piani. La facciata, su nove campate, vede la successione dell’ordine ionico su bugnato gentile del piano terra e dell’ordine corinzio riccamente festonato del piano nobile, soluzione che maschera al meglio l’eterogeneità dell’impianto preesistente. 
 
TEMPIO DI SANTA CORONA Fondata nel 1270 e fulcro di un complesso monastico domenicano, merita certamente una visita approfondita. La chiesa a croce latina nasce per conservare la reliquia della Santa Spina donata nel 1259 da Luigi IX re di Francia al vescovo Bartolomeo da Breganze e che viene esposta al pubblico il venerdì Santo.  In questa chiesa fu sepolto Andrea Palladio nel 1580. A metà del 1800 le spoglie furono traslate nel Famedio del cimitero maggiore dove riposano gli “illustri vicentini”. Caratteristica è la facciata con andamento a capanna, che riprende il motivo padano “a vento“. Notevolissimo il patrimonio artistico, con alcune opere di grande spicco.
Il grandioso complesso dell’altare principale è impreziosito, in ogni superficie, da intarsi policromi di marmi pregiati, lapislazzuli, coralli, corniole e madreperle. Allontanati i Domenicani in seguito alle soppressioni napoleoniche nel 1810 è passata in proprietà al Comune di Vicenza. Il convento adiacente è adibito oggi a Museo Naturalistico Archeologico.
 
MUSEO DEL GIOIELLO Il primo in Europa e uno dei pochi al mondo dedicato esclusivamente all’arte orafa e gioielliera, il Museo del Gioiello, spazio museale permanente è un progetto di Fiera di Vicenza realizzato in partnership con il Comune di Vicenza. Il Museo offre un’originale esperienza estetica e conoscitiva sul gioiello, valorizzando un oggetto antichissimo e profondamente radicato nella cultura umana. L’allestimento innovativo, progettato dalla designer internazionale Patricia Urquiola, e la convivenza con la Basilica Palladiana donano al Museo un’alta valenza artistica. La scelta curatoriale di forte impatto si propone di restituire la complessità semantica del gioiello con punti di vista molto eterogenei, introducendo il visitatore alla conoscenza di valori e contenuti articolati e, al contempo, di Vicenza come autorevole polo culturale del gioiello.
 
MONTE BERICO, IL SANTUARIO La Basilica di Monte Berico, uno dei maggiori centri di devozione mariana d’Italia, nonché complesso monumentale eccezionale per architettura e corredo artistico. Di fronte al Santuario si apre il piazzale della Vittoria, voluto nel 1924 per commemorare i caduti della Prima Guerra Mondiale. Il Santuario domina la città dal primo risalto dei colli Berici e sorge sul luogo dove la Madonna sarebbe apparsa a una popolana, Vincenza Pasini nel 1426 e nel 1428, assicurandole la fine della pestilenza se fosse stata innalzata una chiesa in suo onore. Entrando l’attenzione è calamitata dalla venerata statua della Madonna della Misericordia, all’altare della chiesa più antica.
Tra le opere pittoriche spicca una Pietà con San Giuseppe, San Giovanni e la Maddalena, del 1500, capolavoro di Bartolomeo Montagna. Nel refettorio dell’antico monastero, la spettacolare Cena di San Gregorio Magno, grande tela dipinta da Paolo Veronese nel 1572, tagliata in 32 pezzi dagli austriaci nel 1848. Venne restaurata a Vienna a loro spese e ricollocata qui nel 1858.
 
VILLA LA ROTONDA Progettata dal Palladio nel 1566 La villa appare non casualmente al culmine di un poggio, in un tratto di campagna che spazia dalle rive del Bacchiglione ai Colli Berici. L’immagine è quella di una villa-tempio, dal volume pressoché cubico, sul quale s’innestano facciate a pronao con maestosi colonnati ionici e timpani triangolari, sovrastato da una cupola in origine ispirata al Pantheon romano. Evidente è la valenza simbolica della costruzione, combinazione di volumi perfetti, cubo e sfera, con gli spigoli orientati verso i punti cardinali, secondo una concezione platonica d’ordine universale. Gli edifici rustici non solo sono distaccati dalla villa, ma anche nascosti alla vista, nella parte posteriore della collina. Da questo punto di vista è significativo il fatto che ne “I Quattro Libri dell’Architettura” la Rotonda sia inserita nel volume dedicato ai palazzi, a testimonianza della sua natura di residenza suburbana più che di villa-fattoria.
 



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