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FRASSINORO

FRASSINORO
Frassinoro è un comune 1.900 abitanti della provincia di Modena. E il più alto comune capoluogo in Emilia Romagna.
Sede di una importante manifestazione storica (la Settimana Matildica, ogni anno nel mese di luglio), Frassinoro annovera anche le frazioni di Cargedolo, Fontanaluccia, Piandelagotti, Riccovolto, Romanoro, Rovolo, Sassatella, Spervara e San Pellegrino in Alpe.

ABBAZIA BENEDETTINA
L’abbazia di Frassinoro era uno dei tanti monasteri benedettini legati alla sovrana delle Terre di Badia, Matilde di Canossa. Si pensa che la prima chiesa risalga al periodo italo-bizantino dei secoli VII-X. Alla fine dell’VIII secolo c’era una piccola chiesa alle dipendenze della pieve di Rubbiano; questa prima chiesa esisteva già ai tempi di Sigifredo I, nel 930 circa. La cappella sorgeva lungo l’antica via Bibulca che attraversava il passo di San Pellegrino per poi arrivare a Lucca, meta di pellegrinaggi per l’adorazione del “Volto Santo”. Tra il 1007 e il 1052 venne annesso alla chiesa un ospizio per viandanti, e fu messa alle dipendenze del monastero di Polirone, nel mantovano. Nel 1072 Beatrice di Lotaringia e sua figlia Matilde di Canossa affidarono al monastero benedettino le reliquie di San Claudio. Il periodo di massimo splendore fu quando Beatrice di Lotaringia vi fondò un’abbazia benedettina; in seguito la sua storia si confuse con quella del vicino paese di Montefiorino.
Dal 1210 al 1261 l’abbazia fu protagonista di diverse diatribe con il Comune di Modena per il controllo del territorio. Dell’antica abbazia benedettina rimangono solo alcuni oggetti liturgici risalenti all’XI e al XII secolo. Sulle vecchie fondamenta dell’abbazia, andata in rovina nel XV secolo, si trova oggi la chiesa di Santa Maria Assunta di San Claudio e Lorenzo.

PIANDELAGOTTI
Rinomato centro turistico-sportivo, attrezzato con decine di chilometri di piste per lo sci nordico e per piacevoli passeggiate con le ciaspole, in estate offre la possibilità di escursioni in mountain bike, a piedi e a cavallo. La località sorge in quella che un tempo veniva definita “Selva romanesca”, un’immensa area boschiva di origini antichissime, poi disboscata a favore delle coltivazioni agricole e delle attività commerciali che si svolgevano lungo la Via Bibulca. Interessanti gli scorci panoramici che si aprono sul crinale che divide il torrente Dragone dallo Scotenna, in particolare il Sasso Tignoso (1487 metri) grande e isolato massiccio ofiolitico, caratterizzato da guglie di roccia prive di vegetazione, che la leggenda ricorda come rifugio di un brigante.

SANTUARIO DI PIETRAVOLTA
Il Santuario di Pietravolta è un luogo che conserva tutta la bellezza della stazione votiva appenninica. L’edificio sacro, inizialmente eretto come semplice maestà votiva, è stato edificato a più di 1000 metri di altitudine, in località Pietravolta. Un luogo di culto in quello che allora era un ideale confine tra la Lucchesia e il reggiano. Oggi l’edificio ospita una Casa di Preghiera gestita dall’ordine delle Carmelitane Minori della Carità ed è un’oasi di pace e silenzio posta tra i monti dell’Appennino.


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