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RONCOFERRARO

RONCOFERRARO
Roncoferraro è un comune di 7.283 abitanti che si estende su una superfice di 63,3 kmq a circa 16 km di distanza dalla città di Mantova. Comune a prevalente vocazione agricola, annovera oltre al capoluogo ben 9 frazioni: Barbasso, Barbassolo, Cadè, Casale, Castelletto Borgo, Garolda, Nosedole, Pontemerlano, Villa Garibaldi.

                                    
CHIAVICA DEL MORO
Prima di entrare a Barbasso imboccando sulla destra strada Cadorna e proseguendo verso il Canale Bianco e superato, si può notare una piccola zona umida di interesse comunitario formata da una lanca della sponda sinistra del Mincio tra Formigosa e Barbasso al cui interno vediamo la Chiavica del Moro, piccolo edificio (ex casello di regolazione idraulica) affacciato sulla lanca e oggi divenuto centro naturalistico e didattico.

CHIESA DI S.ERASMO
Costruita a partire dal 1756 e conclusa nel 1805 la chiesa sostituisce un precedente tempio demolito ad inizio dell’Ottocento. Della vecchia chiesa rimangono il muro inglobato nell’attuale canonica e il campanile tardo gotico della prima metà del Quattrocento. Nella sagrestia si trova il quadro di Francesco Borgani (datato 1614) raffigurante l’incontro tra papa Leone I e Attila. L’opera, commissionata da Gabriele Bertazzolo, era in origine custodita in un oratorio che sorgeva dove la tradizione tramanda sia avvenuto lo storico incontro. Sempre in sagrestia, un prezioso tabernacolo seicentesco contiene le reliquie di S. Leone Magno, traslate a Governolo nel 1614. Nella chiesa si trovano inoltre un fonte battesimale del 1577 e l’organo Montesanti realizzato tra XVII e XIX secolo, prima appartenuto alla Basilica di Sant’ Andrea e venduto a Governolo nel 1850.

CHIESA DEI SANTI GIACOMO E MARIANO
Inaugurata nel 1711, sorge al posto di un precedente tempio distrutto durante gli eventi bellici del 1702. Nell’abside si trova una pala della metà del secolo XVII raffigurante una Madonna con il Bambino, san Mariano in vesti da diacono con la palma del martirio e san Giacomo anch’esso con la palma del martirio. In una cappella laterale si trova una tela della Trinità (secolo XVIII), con San Giovanni Battista, San Carlo Borromeo, la Beata Osanna Andreasi e San Sebastiano.

CONCA DEL BERTAZZOLO
L’assetto attuale della Conca sul Mincio risale al XVII secolo, quando Gabriele Bertazzolo affiancò alla chiusa una conca di navigazione attrezzata con una serie di paratie atte a consentire, alle imbarcazioni mercantili, il superamento del dislivello d’acqua. Le strutture del Bertazzolo furono in parte sostituite nel 1886 quando lo Stato italiano costruì la nuova chiusa a due bocche.   Vicino alla Conca si può notare l’ex Casa dei Concari. Edificio a struttura cubica è attualmente sede del Museo del Fiume.


CORTE GRANDE
Esempio di Corte aperta, funzionale alla coltivazione del riso, il complesso si sviluppa attorno ad un’aia.  Realizzata in fasi successive, presenta un corpo padronale di fine ‘600, riadattato in forme neoclassiche nel XIX secolo. Ai lati si sviluppano le abitazioni dei salariati e alle estremità due barchesse poste simmetricamente, con colonnato dorico, realizzate a metà Ottocento su progetto dell’architetto Giovanni Cherubini.

MONUMENTO ALLA MONDINA
Realizzata nel 1998 per tenere viva la memoria di questa epica figura, raffigura la mondina in una immaginaria risaia.

MUNICIPIO
Sorge su un colle che anticamente ospitava il castello di Roncoferraro di cui oggi restano solo alcune arcate nelle sottostrutture al di sotto della palazzina neoclassica appartenuta ai Conti Pellegrini e poi trasformata in sede municipale.

VILLA NUVOLARI
Entrando nell’abitato di Villa Garibaldi (un tempo Carzedole), si nota sulla sinistra l’ottocentesca Villa Nuvolari appartenuta alla facoltosa famiglia che diede i natali a Giuseppe Nuvolari. Nella villa ebbe in seguito modo di soggiornare come ospite Giuseppe Garibaldi e questo avvenimento venne celebrato con la trasformazione del nome stesso dell’abitato da Carzedole in Villa Garibaldi.

VILLA VENERI
Prima di entrare nell’abitato di Barbasso sulla destra ci nota la settecentesca Villa Veneri. Il palazzo padronale, inserito nella struttura della corte agricola, è affiancato da due brevi ali minori che ne condividono il piano di facciata seppur presentino una altezza minore. La pianta dell’edificio presenta il classico atrio passante valorizzato da ricche decorazioni pittoriche ad affresco che continuano anche nei restanti locali.

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