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SALA BAGANZA

SALA BAGANZA

Sala Baganza è un comune italiano di 5 558 abitanti della provincia di Parma. È sede di numerose aziende del comparto metalmeccanico e del settore agroalimentare (soprattutto lavorazione carne suina per produzione di salumi). L'offerta eno-gastronomica può essere considerata di pregio: il comune è infatti terra del Prosciutto di Parma, del Parmigiano Reggiano e zona di produzione del vino Malvasia.

L'11 giugno 2011 una parte del paese di Sala Baganza e la frazione di Talignano sono state duramente colpite da un'alluvione dovuta all'esondazione del Rio Ginestra e del Torrente Scodogna a causa di intense precipitazioni. L'evento calamitoso ha causato la morte di una persona e feriti gravi.

BORGO MEDIEVALE DI SAN VITALE

A San Vitale, piccolo centro a struttura medievale situato a 5  km. dal capoluogo lungo il torrente Baganza, si trova il castello quattrocentesco di cui restano soltanto la parte inferiore del mastio e tracce dell'edificio di destra, ancora con alcune merlature. Adiacente ad esso la cosiddetta Casa dell'Opera che, all'interno del cortile, conserva una interessante finestra tardo quattrocentesca con inserti in terracotta forse cremonesi. Scendendo verso il Baganza incontriamo prima la chiesa parrocchiale, riedificata in stile impero nella prima metà dell'Ottocento; successivamente una bella edicola affrescata da Giuseppe Peroni (1745); poi l'Oratorio dei SS. Filippo e Giacomo (1717), pregevole edificio a pianta ottagonale absidata.

CASINO DEI BOSCHI

La villa fu edificata nel 1789 per volontà della duchessa Maria Amalia di Borbone, all'interno della vasta riserva ducale già di proprietà dei Farnese. Maria Luigia, duchessa di Parma dal 1815 al 1847, innamorata della dolcezza del paesaggio di Sala, acquistò il Casino dei Boschi nel 1819. Esso venne ampliato dall'architetto di corte Paolo Gazzola per farne una dimora di villeggiatura estiva che, con la risistemazione del parco, viene descritta dai visitatori dell'epoca come luogo incantevole, dai connotati fiabeschi. La villa, dal 1881 di proprietà dei marchesi Carrega, presenta ancora oggi le caratteristiche del tempo di Maria Luigia: in corpo centrale a tre piani, di base rettangolare, facciata con frontone con lo stemma ducale e protiro a tre fornici con terrazzo sovrastante. Nell'interno alcuni locali

conservano le caratteristiche settecentesche del casino di caccia di Maria  Amalia, tra questi un salotto rivestito a boiserie in stile Luigi XVI. La villa non è visitabile se non esternamente. Un edificio adibito originariamente a teatrino, il Casinetto dei Boschi, si erge sul retro al centro della prolunga, la lunga ala di servizio ad un piano, porticata con colonne, oggi sede dell’Ente di gestione Parco dei Boschi di Carrega. 

CASTELLARO

In località Castellaro si trova l'Oratorio della Beata Vergine, già noto nel 1230 e ricostruito ai primi del Settecento, meta in passato di ex voto.
Poco distante dall'oratorio vi sono i resti possenti dell'Acquedotto quattrocentesco, costruito pare dai Sanvitale e ristrutturato poi dai Farnese, chiamato 'ponte della nave'.

CHIESA PARROCCHIALE SS. STEFANO E LORENZO

La Chiesa parrocchiale di Sala, dedicata ai SS. Stefano e Lorenzo, deve l'aspetto attuale alla ristrutturazione della facciata voluta da Ferdinando di Borbone nel 1801, probabilmente su progetto dell'architetto Donnino Ferrari, e ad alcune aggiunte eseguite nel Novecento (cappelle laterali e cuspide del campanile). Il suo impianto però è probabilmente da situarsi fra il Seicento e il Settecento. Fra i dipinti conservati all'interno ricordiamo la Madonna col Bimbo ed i SS. Stefano e Lorenzo (1782) di Domenico Muzzi, la Madonna col Bimbo dormiente, attribuita a Gaetano Callani (fine del XVIII secolo) e la Cena di Emmaus, di Enrico Bandini, donata dalla Duchessa Maria Luigia d’Asburgo. 

 MAIATICO

I calanchi di Maiatico (detti 'burroni' ) raccontano una affascinante storia geologica iniziata più di 5 milioni di anni fa, quando la pianura Padana era occupata da una profonda insenatura di mare che si spingeva fino a Torino.
L'area tra il Taro e il Baganza, nel periodo del Pliocene, era ricoperta da una spessa coltre di fanghi marini ad una profondità che poteva raggiungere e superare il centinaio di metri.
Il mare del 'golfo padano' era ricchissimo di vita e ciò è testimoniato dall'abbondanza di resti fossili che, in particolare a Maiatico, hanno attirato l'attenzione degli studiosi.
Queste spettacolari  incisioni presso Maiatico mettono bene in evidenza la natura estremamente erodibile delle argille, che in molti tratti delle colline emiliane affiorano con queste tipiche morfologie.

 PARCO DEI BOSCHI DI CARREGA

Il Parco Boschi di Carrega, fu il primo Parco Regionale in Emilia Romagna, istituito nel 1982. Il suo territorio di 1260 ha, situato sui terrazzi fluviali quaternari tra il Taro e il Baganza, in provincia di Parma, viene gestito dal Consorzio costituito dai comuni di Collecchio, Parma, Sala Baganza, Felino, Fornovo Taro e dalla Provincia di Parma.
Storicamente questi splendidi boschi hanno costituito una riserva di caccia. Nata già dall'epoca dei Farnese, questa tradizione venatoria è poi continuata coi Borbone e Maria Luigia, fino agli ultimi proprietari, i Principi Carrega. L'aspetto elegante e signorile del paesaggio ricorda l'architettura dei grandi parchi all'inglese.
La gradevole alternanza di boschi, prati stabili e seminativi, è arricchita dalla presenza di numerosi ruscelli,che alimentano piccoli specchi d'acqua. La copertura vegetale è costituita in buona parte da boschi misti di cerro e rovere, da boschi di roverella e da castagneti. Nel Parco si trovano anche altre formazioni forestali, tra cui spicca la storica Faggeta di Maria Amalia, il cui impianto risale al 1820. La flora del Parco è arricchita inoltre da numerose specie di fiori spontanei (anemone, campanellino, varie specie di orchidee') e di funghi, la cui cospicua presenza è indice del complessivo buono stato di salute del bosco.

 PIEVE DI TALIGNANO

A 5 km da Sala Baganza, in direzione Collecchio, ai margini dei Boschi di Carrega, si trova Talignano con  la pieve romanica dedicata a San Biagio, chiesa sorta nel XII sec. come cappella dipendente dal monastero cistercense della Rocchetta ed annessa ad un ospizio per i pellegrini che percorrevano un itinerario secondario della Via Francigena. Ricostruita in molte parti durante il restauro del 1934, presenta ancora la struttura originaria nell'abside, nel campanile e nella parte inferiore della facciata dove, sopra il portale, si può ammirare una lunetta con la Psicostasi (S. Michele che pesa le anime sottraendole ai demoni), forse della stessa mano dello scultore post-antelamico attivo nelle pievi di Fornovo e Bardone (XII secolo). Nella navata, forse ampliata nel Quattrocento, in controfacciata, è visibile una Madonna col Bambino ed i SS. Apollonia, Carlo Borromeo e Caterina d'Alessandria (metà del Seicento), nel presbiterio si trova una Addolorata del Borghesi (1835-'41) e nella cappella ricavata alla base del campanile un affresco tardo-quattrocentesco con La Madonna, il Bambino, un Santo Vescovo e S. Antonio Abate.

 VILLA FERLARO

Poco distante e strettamente connessa anche storicamente al Casino dei Boschi è la Villa del Ferlaro che Maria Luigia fece costruire per i propri figli sul preesistente Casinetto Fedolfi dall'architetto Paolo Gazzola fra il 1828 ed il 1831. Nell'edificio, in stile tardo-impero e su due piani, le facciate nord e sud sono differenziate: la prima è arricchita da un lungo porticato, la seconda è più semplicemente scandita da lesene ed archi semiaggettanti. Sulla sinistra un porticato asimmetrico ad un piano, riecheggiante la "Prolunga" del Casino dei Boschi, termina in una cappella. L’edificio non è visitabile se non in occasione di manifestazioni ed eventi.











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