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POLESELLA

POLESELLA

Polesella è un comune italiano di 4 012 abitanti della provincia di Rovigo, in Veneto, situato a sud del capoluogo.

 ORATORIO DI SAN GAETANO THIENE di Cà Minio

Oratorio pubblico sorto a 500 m. dalla nuova parrocchiale, ad ovest della Fossa, sulla vecchia strada delle Salvadeghe. Era annesso alla casa Minio, residenza agreste della nob. fam. Veneziana che dovrebbe averlo costruito nella prima metà del '700. Una costruzione di ben misurate proporzioni, volto ad occidente, con prospetto a capanna, coperto da tegole e campanilino incorporato sulla sinistra anteriore, chiuso a bulbo.
E' sempre stato officiato fino ad una trentina d'anni fa; appartenne ai Minio fino al 1810; nel 1862 subentrò la fam. Vallini di Bosaro e poi la vedova Vallini Anna per oltre 50 anni. Quindi dal 1911 seguì il dott. Osti Giuseppe. Il popolo ricorda con nostalgia la sagra di un tempo quando tutti avevano bisogno della Provvidenza, di cui oggi sembra si possa fare a meno.

Chiesa Romanica di Raccano
 
Raccano era un territorio vasto, con antichissima Podesteria omonima e Pieve di SANTA MARIA DI LITIGA, detta anche Litizza o Litigia. F.A. Bocchi ipotizza che il toponimo possa riconoscersi in quel Vallis Lavigie che compare nella Bolla di Papa Martino III, anno 944. LITIGA era insieme villa e canale, cui confluivano altri corsi di acqua, dai nomi molto strani e diversi a ogni mutar di rotta (Poazzo, Tassarolo, Frassanella, Borzaga, Scortegate, Ponzilovo, ecc.): uniti insieme, alla presa de Serafino, sfociavano nel Po. Di qui, attraverso la Fossa di Polesella o per le valli si passava nel Tartaro-Scortico-Adigetto, per raggiungere Rovigo, Venezia, Badia e Verona. Non convince la storia fantasiosa di un'antica parrocchia dedicata a 'S. Margherita in Orecano', precedente alle rotte di Ficarolo: ne fa un vago accenno il Nicolio nella sua 'Historia' e L. Alberti nella Storia d'Italia. Il racconto è riproposto dall'arciprete di Polesella don Domenico Cullatti, in un suo opuscolo storico, stampato a Venezia nel 1745. Una lettera, datata Ferrara 12 nov. 1247: in essa l'abate di Pomposa riferisce 'obbedienza, tenga e amministri il Polesine della Litiga, che confina da un lato con la Litiga e dall'altro con il Magarino, da un capo il Po della Rotta e dall'altro le valli'; il rogito del notaio Martino è riportato da Girolamo Arcari nel suo 'TABULARIO POMPOSIANO-BENEDETTINO'.

Pieve di Santa Maria di Litiga. Abbiamo finora descritto i territori della Litiga e di Rachano, quasi aggrappandoci agli specchi, tanto insicuri e scarni erano i documenti. Parlando ora della Pieve e il Codex Adrianus che offre carte chiare e probanti. In data 24 marzo 1300 il vescovo di Adria Bonazonta conferma a Nicolò della Fratta del fu Galvano il giuspatronato sulla chiesa di S. Maria di Litiga e nel documento successivo lo stesso vescovo conferisce il beneficio della suddetta chiesa al sacerdote don Giacomo; gli concede pure il diritto di 'quartese' sui territori di 'Litiga, Piloselle, Brachirupti, et Rechani'. Al sacerdote viene richiesto di versare ogni anno, nella festa di S. Pietro, una libbra di pepe e due di cera. Le collazioni della chiesa di S. Maria di Litiga si susseguono negli anni 1351-1352-1353-1389. Verso la fine del codice predetto, al 6 marzo 1426, si parla di collatio ecclesie Ville Rechani. In seguito si ripropongono indifferentemente le due diciture.

Visite pastorali. Era da tempo iniziata la bonifica di tutto il comprensorio di Raccano. Nobili ferraresi e veneziani, avventurieri e maneggioni, erano calati come segugi, subodorando l'affare delle nuove terre. Arrivano per primi in avanscoperta gli Strozzi, i Fregosi, i Malvezzi (tre cognomi emblematici, unico il programma) e poi i Bevilacqui, i Contarini e molti altri.
Cominciano col 1547 le regolari visite pastorali. Importante per accuratezza di notizie è la visita fatta il 6 gennaio 1604 da mons. Peroto. La relazione presenta una chiesa, in parte di antichissima costruzione e in parte ricostruita di recente, specie il presbiterio e il coro, di sufficiente capienza, con tre altari, battistero, campanile allineato con la facciata, e attorno il cimitero. La descrizione fatta presenta gli edifici come sono oggi: prima della ristrutturazione l'orientamento dell'altare maggiore era verso il sole nascente. Fu consacrata dal vescovo Sarego il 5 giugno 1608.
Nei verbali delle visite si trova speso una cappellula dedicata alla B.V. della Litiga ed a chiarissimo il riferimento a un polittico in terracotta, di antica data e di mano valente. L'autore si può identificare in Michele da Firenze che in quegli anni (1433-'38) operava in S. Anastasia di Verona. Nel 1940 durante un radicale restauro, venne alla luce un affresco quattrocentesco (?) che il tempo e la mano di qualche inesperto muratore aveva maltrattato: è una soave figura di Madonna, col Bambino in braccio, e due Angeli in dolce venerazione; il dipinto, che l'umidità aveva deteriorato, fu riportato su tavola a cura della Soprintendenza ai Beni Artistici e Ambientali. Non c'a una precisa datazione per il primo nucleo della chiesa e per il campanile: gli esperti propendono per i secoli XIII-XIV.
S. Maria di Litiga o di Raccano fu per secoli chiesa Madre di tutto l'attuale distretto di Polesella. Agli inizi del 1700, la località, ormai confinata in aperta campagna, quasi segregata dai numerosi canali e dalla Fossa, con strade impossibili e terreni paludosi, andava gradatamente spopolandosi. Stava emergendo il centro di Polesella, in posizione strategica e comoda alle strade di grande comunicazione e al Po, che favorivano gli scambi e i commerci. Il 21 novembre 1735 cessò l'antica parrocchia di Raccano e la cura parrocchiale di tutto il suo territorio è trasferita nella nuova Basilica di S.M. del Rosario in Polesella.

Di nuovo parrocchia. Nel 1940, in piena guerra mondiale, Mons. Franzoso, con il concorso dei Raccanesi promosse il restauro radicale di tutto il bel complesso architettonico e il 13 novembre dello stesso anno il Vescovo di Adria G.M. Mazzocco celebrava la dedicazione della chiesa rinnovata.



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