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L’Oratorio, antecedente al 1201, fu un Beneficio della famiglia Marchesi dal 1498 fino alla soppressione dei benefici ecclesiastici in epoca napoleonica. Dedicato a San Giovanni Battista, ospita l’affresco “Adorazione dei magi” di Niccolò dell’Abate del XVI sec. e, a sinistra dell’ingresso, un’ancona in stucco con elementi barocchi.
SAN POLO D'ENZA
San polo d'enza è un comune di 6150 abitanti in provincia di Reggio Emilia.
Il suo nucleo architettonico più rappresentativo è ancora oggi quello del Castello, attuale sede municipale, con il quattrocentesco torrione ancora integro. Con un ingresso medioevale al borgo, rappresenta una spettacolare esemplificazione dell'antichissima storia del paese che si è edificato all'intorno, sulle sponde dell'Enza.
Nel borgo ancora parzialmente murato si segnala, oltre al Gigante Caduto, suggestivo omaggio moderno alla Resistenza, la chiesa parrocchiale. Su un'altura verso Quattro Castella si erge il convento di Montefalcone, oggetto di un ambizioso restauro e, a nord del paese, l'antica pieve di Caviano.
Nella parte collinare del comune, si segnala, sulla via per Canossa, l'abitato di Grassano, dalle tradizionali case di sasso. Per chi volesse percorre a piedi le colline, è stato apprestato un anello escursionistico.
A S. Polo si svolge la rievocazione storica "Dopo Matilde", oltre ad altri appuntamenti che vivacizzano il territor
Nel borgo ancora parzialmente murato si segnala, oltre al Gigante Caduto, suggestivo omaggio moderno alla Resistenza, la chiesa parrocchiale. Su un'altura verso Quattro Castella si erge il convento di Montefalcone, oggetto di un ambizioso restauro e, a nord del paese, l'antica pieve di Caviano.
Nella parte collinare del comune, si segnala, sulla via per Canossa, l'abitato di Grassano, dalle tradizionali case di sasso. Per chi volesse percorre a piedi le colline, è stato apprestato un anello escursionistico.
A S. Polo si svolge la rievocazione storica "Dopo Matilde", oltre ad altri appuntamenti che vivacizzano il territor
IL CASTELLO
Insieme alla Chiesa del Castello e alla Torre dell’Orologio, il Castello di San Polo d’Enza rappresenta il nucleo medievale del paese. La data di fondazione non si conosce con esattezza a causa della mancanza di documentazione ufficiale ma si può supporre che sia stato costruito in un periodo posteriore a quello di fondazione della Pieve di S. Pietro in Caviano (980 d.C.).
Dalla sua fondazione il Castello fu di proprietà dei Canossa. Tra il 1296 e il 1297 il Castello passò in mano ai parmigiani che lo comprarono da Azzolino Canossa in cambio della cittadinanza di Parma.
Nei successivi cinque secoli si alternarono diversi personaggi esponenti delle famiglie signorili dei Canossa, Contrari, Gonzaga, Estensi, Fogliani, Gherardini e spesso sotto l’influenza degli Este. Nel Seicento, durante la signoria dei Gherardini da Verona, il Castello fu soggetto ad alcuni interventi di ristrutturazione che lo trasformarono in dimora signorile e ne rinnovarono le fosse e il sistema di canali circostante, il ponte levatoio e quello inferiore, la torre e le mura.
Dal 1796 il Castello fu gestito dal Comune di San Polo, diventandone anche la sede. Dopo la Restaurazione, fu restituito alla famiglia Gherardini che lo gestì fino al 1884 quando la comunità sampolese lo riacquistò per 14.000 lire.
Con i sopralluoghi e i lavori di recupero della Rocca iniziati nell’estate del 1978, si scoprì che l’edificio aveva subito già alcuni interventi del tutto casuali e che gli adattamenti più o meno precari che si trovarono erano conseguenza dei diversi usi che la Rocca aveva subito per adattarsi alle più svariate funzioni: sede di Pretura, di scuola elementare, di vari uffici pubblici e magazzini.
Dalla sua fondazione il Castello fu di proprietà dei Canossa. Tra il 1296 e il 1297 il Castello passò in mano ai parmigiani che lo comprarono da Azzolino Canossa in cambio della cittadinanza di Parma.
Nei successivi cinque secoli si alternarono diversi personaggi esponenti delle famiglie signorili dei Canossa, Contrari, Gonzaga, Estensi, Fogliani, Gherardini e spesso sotto l’influenza degli Este. Nel Seicento, durante la signoria dei Gherardini da Verona, il Castello fu soggetto ad alcuni interventi di ristrutturazione che lo trasformarono in dimora signorile e ne rinnovarono le fosse e il sistema di canali circostante, il ponte levatoio e quello inferiore, la torre e le mura.
Dal 1796 il Castello fu gestito dal Comune di San Polo, diventandone anche la sede. Dopo la Restaurazione, fu restituito alla famiglia Gherardini che lo gestì fino al 1884 quando la comunità sampolese lo riacquistò per 14.000 lire.
Con i sopralluoghi e i lavori di recupero della Rocca iniziati nell’estate del 1978, si scoprì che l’edificio aveva subito già alcuni interventi del tutto casuali e che gli adattamenti più o meno precari che si trovarono erano conseguenza dei diversi usi che la Rocca aveva subito per adattarsi alle più svariate funzioni: sede di Pretura, di scuola elementare, di vari uffici pubblici e magazzini.
CHIESA DEL CASTELLO
All’interno della Rocca sampolese è situata anche la Chiesa del Castello, chiesa parrocchiale dal 1948. La Chiesa è costituita da due diversi ambienti con ingressi separati ma collegati da una triplice arcata: l’Oratorio di San Giovanni Battista e la Chiesa del Castello (o parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo).
L’Oratorio, antecedente al 1201, fu un Beneficio della famiglia Marchesi dal 1498 fino alla soppressione dei benefici ecclesiastici in epoca napoleonica. Dedicato a San Giovanni Battista, ospita l’affresco “Adorazione dei magi” di Niccolò dell’Abate del XVI sec. e, a sinistra dell’ingresso, un’ancona in stucco con elementi barocchi.
La Chiesa, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, è priva di facciata. È una struttura a navata unica con soffitto a botte e con modanature che seguono il ritmo dei dodici intercolumni addossati alla parete. Lungo la navata ci sono quattro cappelle laterali: Cappella del Fonte Battesimale, Cappella del Crocifisso, Cappella della Madonna del Rosario e Cappella di San Biagio e Lucia.
Il pulpito è una preziosa opera settecentesca in legno. Dietro l’altare maggiore attraverso una triplice arcata si accede a una sala a volta adibita a coro.
Sotto al grande orologio è visibile lo stemma del Comune di San Polo d’Enza contornato dagli stemmi delle famiglie che esercitarono il loro potere sul borgo e la rocca sampolese. Lo stemma è suddiviso in due parti: la metà superiore reca l’immagine di San Paolo, patrono del paese, nelle sembianze di un uomo anziano, con la barba bianca, il mantello rosso e una spada, quest’ultimi simboli che ricordano il suo martirio. Nella metà inferiore è rappresentato il paesaggio sampolese nel quale sono riconoscibili la Chiesa, il Castello, l’Enza e le colline sullo sfondo.
Il pulpito è una preziosa opera settecentesca in legno. Dietro l’altare maggiore attraverso una triplice arcata si accede a una sala a volta adibita a coro.
LA TORRE DELL'OROLOGIO
All’ingresso della Rocca è possibile ancora vedere il Torrione quattrocentesco che conserva entrambi i portali, quello maggiore per il passaggio dei carri e quello, minore a fianco per i pedoni. Si sono conservate le grandi fenditure nelle quali erano inserite le catene per il recupero del ponte levatoio.
Sotto al grande orologio è visibile lo stemma del Comune di San Polo d’Enza contornato dagli stemmi delle famiglie che esercitarono il loro potere sul borgo e la rocca sampolese. Lo stemma è suddiviso in due parti: la metà superiore reca l’immagine di San Paolo, patrono del paese, nelle sembianze di un uomo anziano, con la barba bianca, il mantello rosso e una spada, quest’ultimi simboli che ricordano il suo martirio. Nella metà inferiore è rappresentato il paesaggio sampolese nel quale sono riconoscibili la Chiesa, il Castello, l’Enza e le colline sullo sfondo.
MONUMENTO IL GIGANTE ABBATTUTO
Nel 1985, in occasione del 40° anniversario della Liberazione, fu inaugurato il monumento “Il Gigante Abbattuto” dell’artista reggiano Graziano Pompili. La scultura, collocata nella piazzetta antistante la Rocca, raffigura il corpo decapitato e scomposto di un gigante. L’autore ha pensato di raffigurare in questo modo la caduta del potere nazifascista a San Polo, decretato dalla liberazione avvenuta il 10 aprile del 1945.