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FONTANELLATO

FONTANELLATO
Fontanellato è il toponimo di Fontana lata ovvero grande fontana, in quanto il paese si colloca nella cosiddetta Bassa Parmense a 5 Km dalla via Emilia e tra i fiumi Taro e Stirone.
 
E' uno dei paesi più famosi della classica bassa padana, reso ricco dalla presenza della famiglia Sanvitale a partire dalla fine del 1300, che ne ha lasciato la traccia più evidente nella Rocca. 

Visitando Fontanellato si ha un assaggio della vita lenta e tranquilla della pianura, dei suoi luoghi d'arte e della sua squisita cucina. Nel 2004 le è stato conferito il riconoscimento di cittàslow, sulla base di indicatori come la qualità urbana, le infrastrutture, l’ospitalità, la valorizzazione delle produzioni tipiche e dell’enogastronomia. 

Ha ricevuto inoltre il riconoscimento di Città d’Arte e Cultura e la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.

 

Oratorio dell’Assunta

La prima pietra dell’Oratorio, detto anche di San Gaetano, fu posata il 21 luglio del 1572 per volontà di Geronima Farnese, sposa di Alfonso Sanvitale, ma venne completamente restaurato nel 1720 per volontà di Domenico Bragadini.
Nel 1790 l’interno venne decorato da Antonio Bresciani. Capolavoro del Barocchetto è la splendida sagrestia lignea del 1720 opera di Giulio Seletti. Completò la decorazione il pittore Sebastiano Galeotti.

Chiesa di Santa Croce

Gilberto Sanvitale fece costruire una cappella dedicata a Santa Croce nella prima metà del XV secolo, completata poi dal figlio Stefano. Venne trasformata in chiesa parrocchiale tra il 1503 e il 1509 per opera del Conte Giacomo Antonio Sanvitale ed allo stesso tempo ampliata e dotata di campanile. Nel 1912 venne ampiamente restaurata per opera dell’architetto Lamberto Cusani conservando alcuni elementi originari.
La Chiesa conserva pregevoli dipinti del ‘700 e una cappella collegata al corpo della chiesa, nonché numerose le opere che riportano lo stemma della casata Sanvitale: “Il Battesimo di Cristo”, “L’Annunciazione con Santa Lucia”, l’altare del presbiterio e i sedili del coro.

Teatro Comunale

Nel 1681 il teatro fu progettato personalmente da Alessandro Sanvitale ma demolito completamente nel 1832. L’attuale struttura risale al XIX secolo e si basa sul progetto presentato nel 1858 dall’architetto Pier Luigi Montacchini; venne infine terminato nel 1866 dall’architetto Pancrazio Soncini, anche se subì in seguito diverse spoliazioni e un intervento conservativo nella seconda metà del ‘900. L’esterno si presenta in forme semplici con la facciata chiusa da un timpano e un’entrata principale affiancata da due entrate laterali.

Ex scuderie Sanvitale, villa Gandini e Parco botanico

Si tratta di due edifici strettamente collegati tra loro, seppur costruiti in tempi successivi.
Nel 1832 venne demolito il portico gotico-lombardo, probabilmente a servizio dell’originario teatro, per lasciare spazio a delle bellissime serre fredde neoclassiche e ad una serie di orti botanici.
All’edificio venne annesso nel 1800 il Conservatorio femminile che durante la Restaurazione fu trasformato in abitazione civile e ceduto nel 1935 alla famiglia Gandini. Il parco botanico con alberi secolari con più di seicento anni – annesso alle ex scuderie con il portico – è visitabile accedendo alla villa In Villa inserita nel circuito delle Dimore Storiche Italiane.

Santuario della Beata Vergine del Rosario

Il Santuario, che si eleva al difuori del centro storico, è basato su di un preesistente oratorio dedicato nel 1397 a San Giuseppe e donato dal Marchese Galeotto Lupi di Soragna ai frati Domenicani, invitati a Fontanellato da Veronica da Correggio – vedova di Giacomo Antonio Sanvitale – perché assistessero la popolazione del borgo. Il primo nucleo del santuario venne costruito nel 1514. Dopo il saccheggio del 1531 e la demolizione del 1543 venne ricostruito il tempio e il monastero dedicandoli a San Giuseppe. Solo dopo il Concilio di Trento viene promosso il culto della Madonna con il titolo di “Regina del Santo Rosario” che richiama tutt’ora numerosi pellegrini.
La facciata attuale si deve al progetto di Lamberto Cusani, del 1912-13, e all’opera dello scultore Ettore Ximenes, che recuperò anche le statue della facciata del XVIII secolo.

I vecchi lavatoi in centro storico

I vecchi lavatoi a Fontanellato erano due: uno in via del Fontanino e uno in vicolo Zambelloni del 1878. Qui le massaie nel Novecento andavano a lavare i panni e i carrettieri abbeveravano i cavalli. Recuperati e riqualificati, con un restyling urbano che ha interessato tutta la via e la piazzetta antistante punteggiata da panchine e fioriere offre una meravigliosa vista prospettica verso la Rocca.

Il Labirinto

Il Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci – straordinario parco culturale con il più grande labirinto al mondo di bambù – con pianta a stella copre 7 ettari di terreno ed è realizzato interamente con piante di bambù di specie diverse è stato progettato da Franco Maria Ricci con gli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto. Ospita spazi culturali per più di 5.000 metri quadrati, destinati alla collezione d’arte di Franco Maria Ricci (circa 500 opere dal Cinquecento al Novecento) e a una biblioteca dedicata ai più illustri esempi di tipografia e grafica, tra cui molte opere di Giambattista Bodoni (su cui Ricci ha curato recentemente uno splendido volume monografico) e l’intera produzione di Alberto Tallone. Completano questa collezione storica tutti i libri curati da Franco Maria Ricci in cinquant’anni di attività.
Al centro del Labirinto della Masone trovate una piazza di duemila metri quadrati contornata da porticati e ampi saloni: ospiterà concerti, feste, esposizioni e altre manifestazioni culturali. Prospiciente la piazza, una cappella a forma piramidale ricorderà il labirinto come simbolo di fede. Ci sono, per i visitatori, una caffetteria, un ristorante, uno spazio gastronomico parmigiano e un bookshop dove si potranno trovare anche molte edizioni ormai rare di Franco Maria Ricci. Fonte www.castellidelducato.it

Frazione di Priorato

Ai confini del paese sorge il nucleo di Priorato con la Chiesa dedicata a San Benedetto. La fondazione del monastero da parte dei Benedettini dell’Abbazia di Leno in Fontana Lata risale al 1013. Nel tempo il convento si è ampliato ed arricchito e nel 1332 al monastero viene attestata la dignità di Priorato, staccandosi dall’Abbazia di Leno nel 1470.
La chiesa subì diverse ristrutturazioni, la prima nel 1745 e a seguire fino al primi anni del XVIII secolo. Notevoli sono anche gli arredi interni e un organo della fine del secolo XVIII in origine dipinto a tempera.

Museo di Fontanellato

Nell’appartamento nobile posto al primo piano della Rocca sono conservati arredi e decorazioni risalenti ai secoli compresi tra il XVI e il XIX: dal cortile si sale al primo loggiato, dove si accede alla “sala delle armi” che ospita armi dal Sei all’Ottocento e un caratteristico forziere in ferro della fine del XVI secolo.

Attraverso la “sala da pranzo”, con ceramiche del sette e ottocento, si giunge nella “sala del biliardo”, che presenta soffitto e pavimento del tardo ‘400 e arredo ottocentesco per proseguire nella “sala da ricevimento”, con soffitto a travature dipinte a monocromo e fregio pittorico del tardo ‘600, splendido clavicembalo seicentesco dipinto e arredi settecenteschi, e la suggestiva “camera nuziale”, con ricco arredo seicentesco e soffitto a lacunari, proveniente dall’antico santuario della Madonna; infine si giunge alla “galleria degli antenati”, ospitante i 74 ritratti di famiglia realizzati per lo più da un anonimo artista seicentesco ed alcuni importanti cimeli appartenuti alla Duchessa Maria Luigia d’Austria, tra cui la celebre mano con fiore al polso eseguita da allievi del Canova nel 1820.

Al piano terra è invece ospitata una pregevole collezione di quadri: dai ritratti dei Sanvitale attribuiti al Molinaretto e a Baldrighi alle tele di Carlo Francesco Nuvolone, Boselli, Ilario Spolverini, Carlo Preda. Dalla pinacoteca si scorre poi nella sala chiamata delle “Donne equilibraste”, decorata con un fregio monocromo popolato di amorini, figure femminili, sfingi e animali adagiati su un filo e alle contigue salette “degli Amorini” e “delle Grottesche”, attribuite a un allievo di Cesare Cesariano.

Il gioiello più prezioso della Rocca è però la “Saletta di Diana e Atteone” affrescata da Francesco Mazzola, noto come Parmigianino (Parma 1503 – Casalmaggiore 1540). Dipinta nel 1523-1524 per il conte Galeazzo Sanvitale e sua moglie, Paola Gonzaga, è uno dei capolavori giovanili dell’artista. La volta è decorata con putti sullo sfondo di un fitto pergolato con, al centro, un ampio squarcio di cielo ed uno specchio rotondo recante il monito “respice finem”. Nelle 14 lunette sottostanti è raffigurato il mito di Diana e Atteone, tratto dalle “Metamorfosi” di Ovidio. Diverse sono le interpretazioni date alla saletta nel corso degli ultimi decenni, ma l’ipotesi più accreditata è che fosse una sorta di piccolo “boudoir” o “studiolo” privato di Paola Gonzaga, che troviamo ritratta nella figura femminile sopra la finestra.

Il percorso tra le sale al piano terra termina con la “sala del teatrino” dei figli della duchessa Maria Luigia d’Austria e con la “sala delle mappe”, dove sono esposte mappe e cartine riguardanti i possedimenti della famiglia Sanvitale.

Conclude l’itinerario di visita l’ottocentesca “Camera Ottica”, all’interno della quale un sistema di specchi riflette l’immagine della piazza antistante su uno schermo.

Sulla tavola

Tra i salumi primeggiano culatello e spalla cotta, poi i tortelli d’erbetta, ravioli di verdura e ricotta conditi con abbondante parmigiano e burro fuso, anolini, trippa alla parmigiana, anatra e faraona arrosto, lepre in salmì, coniglio alla cacciatora, rane. Inoltre qui si produce un salume particolare, la Culaccia di Fontanellato.

Il turista interessato ad acquistare il parmigiano può rivolgersi direttamente ai caseifici che espongono la classica insegna della forma con la scritta vendita diretta.

La località è posta lungo la "Strada del Culatello di Zibello".










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