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ZOCCA

Zocca, noto in tutta Italia per essere il paese natale di Vasco Rossi, è un comune di 5.000 abitanti situato sul versante est della montagna modenese in posizione equidistante (50 km) da Modena e Bologna.
Le origini del paese risalgono alla fine del Medioevo e più precisamente al 1465 quando Borso d’Este sviluppò un primo mercato di scambi in questo luogo conosciuto fin dal 1337 come “Cocha” per la presenza di ceppi di castagno.
Zocca è conosciuta per la famosa crescentina (o tigella), originariamente cotta nel camino con una foglia di castagno, che si può degustare nei locali del corso principale del paese. È inoltre sede della “Compagnia della Cunza” con annesso museo del borlengo, specialità tipica locale.
BORGO DI MONTALBANO
Montalbano è da sempre il paese “dalla terra pendente”. Forse perché le case dell’antico borgo si arrampicano quasi in verticale alla parete sud del Monte della Riva. Montalbano ha conservato intatto il fascino dell’antico fortilizio, con il saliscendi di vicoli, la chiesetta settecentesca e la graziosa canonica, su cui si erge il campanile del ‘600. Il panorama è stupendo. A nord i boschi che risalgono la Riva. A sud lo sguardo spazia oltre la valle del Rio Missano e arriva fino al crinale dell’appennino tosco -emiliano, dominato da Corno alle Scale e Monte Cimone.
CHIESA DELLA ZOCCHETTA
Il nome medievale deriva dal latino e come Zocca è collegato ad un ciocco o ceppaia. La chiesa più antica, nominata nelle Rationes del 1291, dovette ben presto andare distrutta. Nel 1668 in tale località, per opera dell’antica famiglia locale dei Barattini, fu costruito un oratorio dedicato alla Natività della Vergine. L’edificio presenta copertura a capanna e un portale bugnato ad arco a tutto sesto, affiancato da due finestre, mentre il porticato, aggiunta settecentesca, è formato da pilastri ed arcate ed è coronato da un soffittino di gronda a sguscio.
Sull’altare maggiore, entro ancona lignea dorata, è collocata una tela seicentesca raffigurante i Santi Gregorio e Isidoro con angeli che incoronano la retrostante immagine della Madonna con il Bambino, affresco del ‘500 ricoperto da successive ridipinture. Lungo le pareti delle navate, contornate da cornici in gesso, si conservano pregevoli tele con figure di Santi, opere dei secoli XVII e XVIII. Interessante è il nucleo di tavolette di ex voto, espressioni della cultura popolare. L’organo, opera assai ben conservata di Domenico Traeri, collocato in cantoria sopra la porta di ingresso, è stato recentemente restaurato e conserva l’originario sistema di mantici azionati a mano.
SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DELLA VERUCCHIA
Citata già nel 1291 presenta una semplice facciata, caratterizzata dal portale in mattoni e dalle due finestre, affiancata dal campanile che ripete la tipologia usuale nella zona. L’interno è ad un’unica navata, coperta da volte sostenute da ampie arcate. La piccola immagine della “Madonna con Bambino” che si venera nel Santuario, inserita in una tela seicentesca sull’altare maggiore, è un raro dipinto su tavola e, seppur ritoccata più volte in epoche successive, è opera ascrivibile al tardo gotico emiliano. All’immagine sono attribuiti numerosi miracoli come testimoniano gli ex voto che la incorniciano.
Nel Santuario si conserva la memoria di apparizioni della Santa Vergine: la prima apparizione avvenne, anteriormente al ‘200, ad una pastorella, da una piccola pianta di biancospino che cresceva sul colle; la seconda apparizione, avvenuta il 26 agosto 1660 ad una “angosciata giovane di Rosola” Antonia Virgili di Bartolomeo oppressa anche dai suoi familiari perché ritenuta troppo pia. Per la tradizione religiosa questo Santuario è luogo assai importante e suggestivo, collocato in un paesaggio naturale irripetibile, in un’atmosfera densa di profonda spiritualità.
Le origini del paese risalgono alla fine del Medioevo e più precisamente al 1465 quando Borso d’Este sviluppò un primo mercato di scambi in questo luogo conosciuto fin dal 1337 come “Cocha” per la presenza di ceppi di castagno.
Zocca è conosciuta per la famosa crescentina (o tigella), originariamente cotta nel camino con una foglia di castagno, che si può degustare nei locali del corso principale del paese. È inoltre sede della “Compagnia della Cunza” con annesso museo del borlengo, specialità tipica locale.
BORGO DI MONTALBANO
Montalbano è da sempre il paese “dalla terra pendente”. Forse perché le case dell’antico borgo si arrampicano quasi in verticale alla parete sud del Monte della Riva. Montalbano ha conservato intatto il fascino dell’antico fortilizio, con il saliscendi di vicoli, la chiesetta settecentesca e la graziosa canonica, su cui si erge il campanile del ‘600. Il panorama è stupendo. A nord i boschi che risalgono la Riva. A sud lo sguardo spazia oltre la valle del Rio Missano e arriva fino al crinale dell’appennino tosco -emiliano, dominato da Corno alle Scale e Monte Cimone.
CHIESA DELLA ZOCCHETTA
Il nome medievale deriva dal latino e come Zocca è collegato ad un ciocco o ceppaia. La chiesa più antica, nominata nelle Rationes del 1291, dovette ben presto andare distrutta. Nel 1668 in tale località, per opera dell’antica famiglia locale dei Barattini, fu costruito un oratorio dedicato alla Natività della Vergine. L’edificio presenta copertura a capanna e un portale bugnato ad arco a tutto sesto, affiancato da due finestre, mentre il porticato, aggiunta settecentesca, è formato da pilastri ed arcate ed è coronato da un soffittino di gronda a sguscio.
Sull’altare maggiore, entro ancona lignea dorata, è collocata una tela seicentesca raffigurante i Santi Gregorio e Isidoro con angeli che incoronano la retrostante immagine della Madonna con il Bambino, affresco del ‘500 ricoperto da successive ridipinture. Lungo le pareti delle navate, contornate da cornici in gesso, si conservano pregevoli tele con figure di Santi, opere dei secoli XVII e XVIII. Interessante è il nucleo di tavolette di ex voto, espressioni della cultura popolare. L’organo, opera assai ben conservata di Domenico Traeri, collocato in cantoria sopra la porta di ingresso, è stato recentemente restaurato e conserva l’originario sistema di mantici azionati a mano.
SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DELLA VERUCCHIA
Citata già nel 1291 presenta una semplice facciata, caratterizzata dal portale in mattoni e dalle due finestre, affiancata dal campanile che ripete la tipologia usuale nella zona. L’interno è ad un’unica navata, coperta da volte sostenute da ampie arcate. La piccola immagine della “Madonna con Bambino” che si venera nel Santuario, inserita in una tela seicentesca sull’altare maggiore, è un raro dipinto su tavola e, seppur ritoccata più volte in epoche successive, è opera ascrivibile al tardo gotico emiliano. All’immagine sono attribuiti numerosi miracoli come testimoniano gli ex voto che la incorniciano.
Nel Santuario si conserva la memoria di apparizioni della Santa Vergine: la prima apparizione avvenne, anteriormente al ‘200, ad una pastorella, da una piccola pianta di biancospino che cresceva sul colle; la seconda apparizione, avvenuta il 26 agosto 1660 ad una “angosciata giovane di Rosola” Antonia Virgili di Bartolomeo oppressa anche dai suoi familiari perché ritenuta troppo pia. Per la tradizione religiosa questo Santuario è luogo assai importante e suggestivo, collocato in un paesaggio naturale irripetibile, in un’atmosfera densa di profonda spiritualità.
Cosa visitare in zona

