MONZUNO
Monzuno è un comune dell’appennino bolognese di circa 6.300 abitanti che si affaccia sulle valli del Setta e del Savena, ricche di mete storiche e naturalistiche, valorizzate dalla recente riscoperta della cosiddetta “Via degli Dei”. Il suo territorio, per altitudine, scenario paesaggistico e rete sentieristica, si presta infatti alle passeggiate di salute e alla ricreazione del corpo e dello spirito. Gradevoli gli scorci tipici dell’Appennino Emiliano, in particolare nelle frazioni che sovrastano l’abitato di Rioveggio
CHIESA DI MONTORIO La pieve di Montorio, dedicata a San Pietro anche detta di Sambro per la vicinanza con l’omonimo torrente, venne unita nel XVI secolo al monastero di San Michele ad Alpes di Monghidoro retto dai frati Olivetani. All’interno sono presenti pregevoli arredi sacri fra i quali una tela seicentesca che riproduce l’opera del pittore Alessandro Tiarini “Santa Francesca Romana”. Sulla piazza del paese si affacciano alcuni antichi edifici, in particolare un palazzo con torre datato 1569, con scolpito su di un concio tre fiori stilizzati.
PINACOTECA BERTOCCHI-COLIVA Monzuno ospita la Pinacoteca “Nino Bertocchi - Lea Colliva” che far riscoprire ad un pubblico più vasto questi due pittori che, seppur messi in ombra dalla figura di Morandi, hanno in realtà influenzato enormemente il panorama artistico italiano del primo Novecento. L’allestimento di questo piccolo museo riporta nel paese dell’Appennino Bolognese, luogo amato dai due artisti, una parte del patrimonio artistico. Vi sono già esposte oltre 50 opere pittoriche di Nino Bertocchi, paesaggista legato alla tradizione ottocentesca, critico d’arte e insegnante all’Accademia di Belle Arti di Bologna, cui presto si aggiungeranno alcune importanti opere di Lea Colliva, anche lei docente presso l’Accademia ed artista che si è cimentata con vari generi, lasciandosi influenzare anche da correnti più moderne.
RISERVA NATURALE DEL CONTRAFFORTE PLIOCENICO La Riserva, tutela il maestoso fronte roccioso che si sviluppa per una quindicina di chilometri trasversalmente alle valli di Reno, Setta, Savena, Zena e Idice, culminando negli scenografici rilievi dei monti Adone (654 m), Rocca di Badolo e Rosso, e poco oltre il confine dell’area protetta termina nel panoramico Monte delle Formiche (638 m), su cui sorge il santuario di Santa Maria di Zena. Le dorate arenarie delle spettacolari pareti rocciose si sono sedimentate sul fondo di un piccolo golfo marino durante il Pliocene (5-2 milioni di anni fa) e conservano importanti testimonianze fossili. Le particolari morfologie modellate dall’erosione, con torrioni, rupi, gole e grotticelle, hanno dato origine ad ambienti diversificati e contrastanti, di grande interesse floristico e faunistico per la presenza, sulle pareti assolate, di piante mediterranee e di una rara avifauna, mentre nei versanti settentrionali, meno scoscesi e rivestiti dai boschi, spiccano faggi, agrifogli e altre specie tipiche dei territori montani.